La burocrazia dimentica i morti

La Leonessa
La Leonessa
La Leonessa
La Leonessa

La burocrazia non conosce lutti e pare non avere memoria. Lo ha compreso, suo malgrado, il figlio di Franco Galelli, decano degli operatori Tv tra i primi morti per Covid del bresciano. Lo straziante addio evidentemente non lo ha cancellato dalle liste dei pazienti vulnerabili, a cui era iscritto dopo un male con cui combatteva da molto tempo prima del Coronavirus. Così il sistema, facendo il proprio dovere, ha pescato il numero del «Gallo» invitandolo a iscriversi alle liste vaccinali. Una premura informatica arrivata in ritardo di un anno. Peccato che nell’aprile del 2020 non ci fossero ancora vaccini. Chissà cosa avremmo raccontato se la pandemia fosse stata stroncata sul nascere. Per questo quel messaggio recapitato sul numero di Franco è suonato come una doppia beffa: da una parte non ci si è accorti che il «paziente vulnerabile» non era più tale, dall’altra ha ricordato come la scienza avrebbe potuto evitare migliaia di lutti. Ma la storia, come del resto la burocrazia, non si può cambiare. Entrambe scorrono lente ma dovrebbero avere buona memoria. Al figlio Alberto, rimasto basito davanti al messaggio, non è rimasto altro che far spallucce: un modo per sorridere ancora con il papà e ricordarlo a un anno da quel triste addio solitario dettato dal Covid.

Suggerimenti