La dieta del cappero ai bambini dell'asilo

La Leonessa
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È probabile, per quanto spiacevole, che la mensa delle scuole materne di Desenzano sia davvero poco o per niente appetitosa come dicono, se il Comune ha finito per diffidare la ditta fornitrice degli incresciosi pasti e stangarla con una sanzione di svariate migliaia di euro. I genitori, parecchi e parecchio seccati, dicono che i bambini escono da scuola con la fame, perché all’asilo non toccano un maccherone che sia uno e, peggio ancora, sono talmente terrorizzati dal cibo che non mangiano più nemmeno a casa, al desco materno: l’idea stessa di alimentarsi, di ingerire qualcosa, si è piantata nel loro piccolo subconscio come un babau, uno spauracchio che paralizza di riflesso le imberbi fauci nel rifiuto ormai fobico della «pappa». Dicono mamme e papà che i pasti arrivano spesso freddi, scotti, e che «il colmo» si è raggiunto quando a bambini fra i 3 e i 5 anni è stata servita una pastasciutta con capperi e acciughe, roba per papille educate e palati forti, non certo un classico della dieta «baby». Dice il Comune che in effetti è così, che non sempre il menù è adatto ai gusti dei bambini, che la fragranza lascia spesso a desiderare, che passi che c’è il Covid e anche il fornitore ha i suoi problemi organizzativi, ma la pappa deve essere buona. È un fondamento della civiltà: se cade questo, cade tutto.

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