La guerra dei rifiuti passa «cicche»

La Leonessa
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Il fumo fa male, molto male, e non solo a chi si perfora i polmoni arricchendo le multinazionali, ma anche a chi non ne vorrebbe sapere. Non parliamo delle vittime passive delle sigarette, ma dell’ambiente. Qualcuno potrebbe pensare che ci sia una differenza enorme tra lanciare un sacchetto della spazzatura dal finestrino e lasciare per terra un mozzicone, ma se si pensa che a Gavardo in qualche uscita volontari e studenti hanno raccolto i resti di cinquantamila sigarette si comprende che la differenza è solo nelle dimensioni, non nel gesto. I filtri di sigaretta si degradano, forse, in decine e decine di anni, tappezzano come la plastica i fondali di laghi e mari e sono miliardi, come la plastica diventano osceni materiali per i nidi degli uccelli e soffocano la natura come le sigarette soffocano i fumatori. Sono state introdotte anche sanzioni per i tabagisti inquinatori, ma suonano come l’annuncio delle tante riforme che nessuno ha mai visto. I Comuni sono impegnati in una guerra ai pirati dei rifiuti, ma sorprenderli con le fototrappole non è semplice. E le cicche? Basterebbe usare i sistemi di videosorveglianza e multare i tantissimi pirati del mozzicone per fare cassa e diventare un deterrente migliore dai prezzi delle sigarette nella battaglia al fumo.

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