Quei bulli minorenni contro ogni autorità

La Leonessa
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È un «fenomeno» ormai dilagante: sono ovunque (a Brescia, a Salò, a Desenzano, a Cologne) i gruppetti di giovanissimi spesso minorenni che non solo sbraitano, si azzuffano, improvvisano rapine ai danni di coetanei e spaccano qualunque cosa, ma soprattutto non mostrano alcun timore delle forze dell’ordine. All’arrivo di una pattuglia circondano gli agenti, li minacciano, li sfidano, li insultano, pronti allo scontro fisico con gli uomini in divisa. Ed è questo il fatto nuovo, rilevato nelle ultime settimane in moltissimi episodi. I «teppisti» sono sempre esistiti. Ma bastava la vista dei lampeggianti e si dileguavano in un fuggi fuggi generale. Adesso no, non più: restano sul posto, in atteggiamento di sfida, di minaccia, di aggressivo disprezzo anche di fronte alla Polizia. E parliamo di minorenni. L’ultimo episodio l’altra notte a Cologne, simile a tanti se non per una cosa: anche il giorno dopo il fatto, alla consegna degli atti di denuncia, hanno continuato a minacciare gli agenti. Ma non si vede una motivazione politica, non sembra una ribellione generazionale (si picchiano e si rapinano tra coetanei) ed è anche una cosa diversa dalla solita giovanile «trasgressione»: questa è la negazione di ogni vincolo, il rifiuto di ogni regola. E non è soltanto «cronaca nera».

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