Quei treni sui camion nelle valli resilienti

È una questione di tempi: si fa prima a smontare i treni rimasti bloccati lassù e riportarli a valle, che a ricostruire il tratto di binari distrutto dal maltempo, fra Niardo e Braone. È dunque scattata in Valcamonica una di quelle operazioni logistiche che toglierebbero il sonno anche al generale Figliuolo: i treni bloccati a monte vengono smontati in pezzi e trasportati cui camion a Valle, per essere qui rimontati e rimessi in servizio sulla ferrovia camuno-sebina, o quel che ne resta. A voler fare dell’ironia, la si potrebbe definire l’intermodalità perfetta: i treni viaggiano sui camion. Ma tanto di cappello a chi si sta dedicando a un lavoro maledettamente complicato, delicato, difficile eppure vitale, perché di treni su quella linea non è che ce ne siano mille e nessuno può essere lasciato inutilizzato. Bene, bravi, ma speriamo che non ci sia un «bis» o, in questo clima impazzito, un «tris». Perché se basta un temporale per spazzare via interi paesi e interrompere per mesi le ferrovie, forse vuol dire che negli ultimi anni qualche priorità non è stata proprio azzeccata. Territorio fragile, montagna «resiliente» fin che si vuole, ma lasciata dannatamente sola, infrastrutture generalmente trascurate e vulnerabili: in futuro non basterà smontare e rimontare due treni.

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