La Leonessa

Rubare in chiesa e poi pentirsi (forse)

Confiteor Deo omnipotenti quia peccavi mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Si dice così, e chissà quante volte deve essersi battuto il petto in penitenza il ladro che dalla chiesa di Orzivecchi aveva trafugato un Crocefisso e due candelabri, onde ricavare un bel guadagnino. E quanto insostenibile deve essere stato il peso della colpa, il gravame della vergogna ovvero la strizza della dannazione eterna, se si è persuaso a restituire il maltolto, depositandolo nella stessa chiesa che per cupidigia ed empietà aveva profanato. Piace immaginarlo così, pecorella smarrita e ritrovata, ricurvo al confessionale per lavare la macchia con una sfilza di Pater, Ave e Gloria. O forse, chissà, ha solo scoperto che quei sacri e santi oggetti, né d’oro né d’argento, di guadagnino ben poco ne avrebbero fruttato. E allora teneteveli, avrà pensato, più laicamente.

Suggerimenti