Se di alta velocità rischia di restar poco

Chiamatela pure Tav, ma l’alta velocità rischia di rimanere poco più che un buon proposito se ad ogni località si alza una mano per chiedere la stazione. L’ultimo pretendente è Desenzano che, forte del suo appeal turistico, da tempo ne sostiene la necessità. E Ferrovie sembrerebbe intenzionata ad accontentarlo. La città di Brescia prima ancora ha avuto la sua, mandando in soffitta la famosa pancia, lo «shunt» a sud del capoluogo con eventuale diramazione aeroporto di Montichiari e Centro Fiera. E non è finita perchè più avanti c’è tutta la partita veneta. Insomma se tutti continueranno a volere il treno fermo sulla porta di casa, non si capisce come si potrà poi parlare di alta velocità. Una deviazione dall’originaria formula di quest’opera, in ritardo certo, ma in qualche modo lungimirante perchè concepita essenzialmente per le lunghe percorrenze rivolte al trasporto merci che avrebbe così trovato una valida alternativa al traffico su gomma. E invece un po’ alla volta, chissà perchè, il progetto ha cambiato i tratti principali: al bando le lunghe percorrenze senza interruzioni, il collegamento con l’aeroporto di Montichiari accantonato - e vista la vocazione merci un errore - e tutti a cercare un posto al sole.

Suggerimenti