A-ha, mito inossidabile e canzoni d’alta sartoria

a-ha
True North
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True North
a-ha True North

S’inciampa spesso nella leggerezza di archiviare prematuramente artisti che alla musica hanno dato tanto. Nella convinzione, alimentata da una colpevole distrazione, che siano scomparsi dalla faccia della terra. Ma a volte basta cambiare stazione per ritrovarsi in un universo parallelo dove Julian Cope, Boo Radleys, Undertones, Tears for Fears, Lloyd Cole, per dirne alcuni, sono ancora in attività, con risultati spesso sorprendenti sia per ispirazione che per consensi. Vanno annoverati anche i norvegesi a-ha, autori di alcuni fra gli album più belli degli ‘80 (riascolto obbligatorio per il debutto «Hunting high and low», quello del superhit «Take on me», ma anche per gioielli come «Scoundrel Days» o «Stay on these roads»). Forse per molti il trio norvegese sopravviveva solo nell’alveo dei ricordi sbiaditi. Invece eccoli qui, al traguardo di un 11° album che ce li restituisce integri, a testa alta, autori di un pop maturo, indubbiamente, ma raffinato, dal sapore classico, venato qua e là di sofisticate inflessioni alla Bacharach, ancora capace di appassionare e farci sognare in brani di alta quaità sartoriale come «As if» o «Summer Rain». • Warner

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