Schermi & visioni

Teen-horror, slasher e una Palma d'Oro

di Luca Canini
letterboxd.com/rivbea79/
Totally Killer
Totally Killer
Totally Killer
Totally Killer

Nahnatchka Khan (2023)

È arrivato l’autunno anche sulle grandi piattaforme, che stanno facendo a gara in questi giorni per ingrassare il catalogo con produzioni originali e nuovi titoli. Tra le più attive Amazon Prime, che ha deciso di puntare forte su «Totally Killer» di Nahnatchka Khan, produttrice e scrittrice di talento. Sua la regia di un teen-horror in salsa rétro che ci rispedisce dritti dritti negli anni Ottanta di «Ritorno al futuro» (tanto per restare in tema); in compagnia di Jamie (Kiernan Shipka), 17 anni e un serial killer da fermare prima che uccida la madre e le sue migliori amiche. Da figlia ad alleata grazie alla macchina del tempo costruita dalla nerd geniale di turno, con inevitabile e spassoso incontro-scontro con il decennio dei capelli laccati e della musica di plastica. Divertente. A tratti molto divertente. Senza pretese, certo, ma non di soli Herzog e Tarkovskij vive il cinefilo. Voto: 6,5.

Il convegno
Il convegno

Il convegno Patrik Eklund (2023) Niente Corea o Giappone: il nuovo successo a sorpresa di Netflix stavolta arriva dalla Svezia. Un horror. O meglio: uno slasher, il genere nel quale uno psicopatico, un mostro o un serial killer bracca e massacra uno alla volta i protagonisti del film. Che in questo caso sono un gruppo di colleghi in ritiro aziendale in una casa vacanze sperduta nei boschi. Buone le premesse, disastrosa la resa. Sapere che moriranno tutti, e che moriranno male, è l’unica certezza alla quale aggrapparsi nell’attesa della carneficina. Dovrebbe essere pure una comedy, oltre che un horror, ma la prima battuta decente arriva dopo un’ora. Se poi l’intento era quello del gioco al massacro come metafora della violenza invisibile del capitalismo, sarebbe servito qualcosa di più (e di meglio). Un’altra ora e mezza regalata a Netflix. Poi facciamo tutto un conto.

Titane
Titane

Julia Ducournau (2021) Rivediamoli. L’estate torrida era quella del 2021, con il Festival di Cannes, che avrebbe dovuto svolgersi a maggio, costretto a rifugiarsi sotto l’ ombrellone a causa della pandemia (ve la ricordate, sì?). Palma d’Oro a «Titane» dell’emergente Julia Ducournau, capace di bagnare il naso persino a Ryusuke Hamaguchi e al capolavoro «Drive My Car», destinato poi all’Oscar (sacrosanto). Furono in molti allora a storcere il naso e a gridare alla cantonata (in Italia c’era chi sperava nel Nanni Moretti di «Tre piani»), ma rivisto con il beneficio della distanza il film della Ducournau, con l’amazzone Agathe Rousselle nelle vesti della dea del sangue Alexia, figlia incestuosa di David Cronenberg e Shinya Tsukamoto, regge eccome. Magari non da Palma d’Oro, ma ci sono forza, intensità, ispirazione, inquietudine. Lo trovate su RaiPlay. Con i titoli di coda tagliati. Perché?

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