La novità

«The Brothers Sun»: da Taiwan con furore

di Luca Canini
letterboxd.com/RivBea79
Su Netflix gli otto episodi della serie con la premio Oscar Michelle Yeoh: triadi, sangue e famiglia per una storia di diaspora cinese
La protagonista Michelle Yeoh, premio Oscar per «Everything Everywhere All at Once»
La protagonista Michelle Yeoh, premio Oscar per «Everything Everywhere All at Once»
La protagonista Michelle Yeoh, premio Oscar per «Everything Everywhere All at Once»
La protagonista Michelle Yeoh, premio Oscar per «Everything Everywhere All at Once»

Ha preso piede anche da noi, «The Brothers Sun». Stabilmente nella Top 10 di Netflix ormai da un paio di settimane. Nemmeno troppo a sorpresa visto il crescente spazio che l’immaginario della diaspora cinese e coreana, globalizzato da quei film e quelle serie che raccontano storie di immigrati e di immigrazione, si sta guadagnando dopo l’abbuffata di «Everything Everywhere All at Once». «Minari», sei candidature agli Oscar 2021, l’anno di «Nomadland» (della cinese Chloé Zhao, nata a Pechino, adottata da Hollywood), e una statuetta finita nella bacheca di Lee Isaac Chung grazie a Youn Yuh-jung (miglior attrice non protagonista), il canadese «Riceboy Sleeps» (bellissimo ma in attesa di una distribuzione seria che gli permetta di attraversa l’Atlantico), «Past Lives» di Celine Song (che arriverà in sala in Italia il 14 febbraio), «Ritorno a Seoul» di Davy Chou (Mubi), ma anche «Beef» e «American Born Chinese»: ce n’è più che a sufficienza per parlare di asian-wave. Un fenomeno non certo nuovo (basti pensare alla mania per i kung fu movie degli anni Settanta e Ottanta o all’invasione action dell’era post John Woo), ma la crescente pervasività del sistema cinema, oltre all’ascesa dei mercati coreano, cinese e thailandese, che hanno affiancato il più tradizionale bacino giapponese e soppiantato il made in Hong Kong, rendono le prospettive totalmente diverse rispetto al passato.

Di cosa stiamo parlando
Lo conferma il successo di «The Brothers Sun», mini serie in otto episodi prodotta da Netflix, costruita attorno alla premio Oscar Michelle Yeoh e ambientata tra Los Angeles e Taipei (in giorni di elezioni e tensioni geopolitiche tra Usa e Cina viene da pensare che non sia del tutto casuale la scelta di aprire le porte di Netflix a Taiwan, ma non è questo il luogo adatto per mettersi a cavillare sulle politiche di dominio culturale americane, alle quali peraltro corrispondono identiche politiche sul lato cinese). Los Angeles e Taiwan, dicevamo. Storia di triadi e di lotta per il potere all’interno di una famiglia divisa dal Pacifico. Mama Sun, la protagonista Michelle Yeoh, nostra signora di «Everything Everywhere All at Once», il padre boss vittima di un attentato e due figli: il sanguinario Charles, cresciuto tra violenza e omicidi, e lo studente Bruce, trapiantato fin da piccolo in California. Un’ombra incombe sul clan dei Sun, le triadi sono in pericolo e Charles è chiamato a proteggere la madre e il fratello a suon di calci volanti, pugnali piantati nella schiena dei cattivi e combattimenti spettacolari. Il plot funziona, i personaggi anche e la regia fa il resto: vedere per credere.

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