Schermi & visioni

Tra le nebbie di Carné, la vera Corea e Michelle

Il porto delle nebbie
Marcel Carné (1938)
C'è stato un tempo, a cavallo tra le due guerre, in cui il cinema francese dettava la linea al resto del cinema europeo. Mentre in Italia e in Germania ci si incartava con le opere di regime (con i doverosi distinguo e con non poche eccezioni), autori come Jean Renoir, Jean Vigo, Jean Epstein, Abel Gance, Marcel L'Herbier e Julien Duvivier (futuro regista di «Don Camillo») davano vita a quello che sarebbe passato alla storia come «realismo poetico». Un esempio? Cliccate sulla piattaforma streaming di MYmovies.it e cercate il mitico «Le Quai des brumes» di Marcel Carné, scritto da Jacques Prévert, con il divo dei divi Jean Gabin, l'immenso Michel Simon, la femme poco fatale Michèle Morgan e Pierre Brasseur. Siamo a Le Havre: un cinico disertore cerca una via di fuga attraverso l'Atlantico ma trova l'amore. Un film perfetto nella sua straziante nebbiosità.
Voto: 10
 

 



MiracleLee
Jang-hoon (2021)
Strano ma vero. Succede che «Miracle», film del 2021 che ha vinto il Gelso d'Oro al Far East di Udine e che in Corea del Sud è stato un piccolo grande caso (facendo il pieno al botteghino nonostante il budget tutt'altro che da blockbuster), sia disponibile in streaming su RaiPlay. La storia, ambientata negli anni Ottanta, è quella di un villaggio da un pugno di anime che ha il treno ma non la stazione. Un ragazzo, figlio di un ferroviere, si batte per il sacrosanto diritto a una fermata che eviti ai pochi residenti di rischiare la vita, attraversando una galleria, per andare a scuola o al lavoro. Parliamo di un dramedy da copertina di Linus, con lacrime, ingenuità e tutto il resto. Difficile che diventi il vostro film preferito, vi avverto, ma se avete voglia di mettervi alla prova con la vera Corea in formato «popolare», eccovi serviti.
Voto: 7.5.

 

 

The Brothers Sun
Falchuk/Wu (2024)
L'immaginario della diaspora cinese e coreana si sta guadagnando sempre più spazio dopo l'abbuffata di Oscar di «Everything Everywhere All at Once». Il capostipite «Minari» (2020), il canadese «Riceboy Sleeps» (bellissimo, ma chissà quando e come arriverà in Italia), «Past Lives» di Celine Song (in sala a partire da metà febbraio), «Ritorno a Seoul» di Davy Chou (lo trovate su Mubi), ma anche l'acclamata serie «Beef» (fresca di triplo Golden Globe), «American Born Chinese» (che a quanto pare non avrà una seconda stagione) e adesso «The Brothers Sun», mini-serie prodotta da Netflix con la premio Oscar Michelle Yeoh, ambientata tra Los Angeles e Taipei. Storia di sangue e di triadi, con un pizzico di action alla Hong Kong e combattimenti surreali. Secondo episodio e tutto va bene.
Voto:7 (per ora, ma ne riparleremo).

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