«Dove sono le donne» da Breno a Manerbio

di Milena Moneta
Michela Murgia: è scrittrice
Michela Murgia: è scrittrice
Michela Murgia: è scrittrice
Michela Murgia: è scrittrice

«Se domani arrivassero gli alieni e cercassero di farsi un’idea del genere umano guardando ai luoghi della rappresentazione pubblica, penserebbero che un virus misterioso abbia colpito tutte le persone di sesso femminile d’Italia, rendendole mute o incapaci di intendere e di volere». È la suggestione da cui parte il monologo scritto e interpretato da Michele Murgia, «Dove sono le donne», in scena ieri a Breno per il Teatro delle Ali e in doppia replica, stasera e domani, alle 21, al teatro Politeama di Manerbio per la XXV Stagione teatrale della Bassa bresciana della parrocchia di San Lorenzo. Dunque la nota scrittrice, giornalista e blogger, impegnata da sempre in battaglie civili e pronta a prese di posizioni scomode, porta per la prima volta in teatro il suo punto di vista sulla questione femminile. Tema che le sta a cuore a cominciare dalla scelta del segno schwa, «come strada di apertura a nuove possibilità dell'immaginazione», dalla critica ad un impianto verbale che sostiene e giustifica il dislivello di diritti che le donne subiscono a causa del maschilismo, dalle riflessioni del volume «Stai zitta» che evidenziano «il legame mortificante che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo», condannando le donne un pensiero preferibilmente silenzioso. «Agli uomini nessuno chiede di essere riflessivi e poi muti. A noi si addice il silenzio, come dote. Per noi il silenzio è d’oro» dice. Tema che affronta ora in in palcoscenico con un uso sapiente della provocazione, del paradosso, dell’ironia, per una riflessione urgente e condivisa. Il governo, i dibattiti televisivi e le prime pagine dei quotidiani traboccano di interventi maschili, «eppure le donne non sono una sottocategoria socioculturale, ma più della metà del genere umano, tuttavia nei ruoli apicali non ci sono, o sono intermittenti, amovibili, sottopagate». Un dato per tutti: su 88 rettori 77 sono maschi. Ma siccome ritiene che «davanti alle ingiustizie, contare è il modo più efficace per raccontare» saranno molti i numeri forniti al proposito. «La prima parte è un elenco dei nomi, di vertici di strutture, con una caterva di maschi dai magnifici rettori di questo Paese, ai direttori di quotidiani e settimanali, da chi dirige stabili nazionali, ai membri del Consiglio superiore della magistratura, ai direttori di festival italiani, ai vincitori degli ultimi 15 Premi Strega (solo una donna)». Il tutto raccontato con una buona dose di divertimento: «Ho un registro prepotentemente comico - sostiene - parto dal mio vissuto surreale per offrire alle persone uno spazio in cui le domande che non trovano risposta possano continuare a essere pronunciate». Lo spettacolo sarà sostenuto anche dalla drammaturgia sonora, eseguita dal vivo, di Francesco Medda Arrogalla e dalle illustrazioni di Edoardo Massa.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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