«Fare un appello?
A Brescia non serve
Città piena di slanci»

Verdone incontrerà il pubblico al Prealpino e  a  San Faustino
Verdone incontrerà il pubblico al Prealpino e a San Faustino
Verdone incontrerà il pubblico al Prealpino e  a  San Faustino
Verdone incontrerà il pubblico al Prealpino e a San Faustino

Gli sono bastati pochi mesi, per innamorarsi di Brescia. Arrivato a giugno per Old Cinema, dopo aver partecipato da ospite a TimeToLove Carlo Verdone tornerà la prossima settimana sotto le insegne del progetto curato nella direzione artistica da Ambra Craighero e Roberto Dotti. Fil rouge, costruire qualcosa di importante insieme. Tanto che a Brescia ha pensato subito Verdone, volendo aiutare i terremotati del centro Italia.

«A Brescia - spiega il cineasta romano - ho trovato grande sensibilità. Da parte della città, delle autorità, degli imprenditori. Il problema è molto grave: si è spaccato l’Appennino dell’Italia centrale.

Brescia si sta muovendo?

Eccome. Una città del nord, che si immagina chiusa in sé stessa, ha dimostrato grande slancio. Ed è intervenuta. Mi ha felicemente sorpreso. In questi mesi il mio rapporto con la città è andato avanti. Con rispetto e affetto.

Lei ha risposto «presente» anche alla chiamata di TimeToLove.

È stato bello rivedere tanti amici, unendo l’utile al dilettevole. Bello suonare con uno scopo benefico.

Tornando a Brescia per Old Cinema, venerdì 14 incontrerà i fan e commenterà il documentario di Infascelli su Kubrick.

Un documentario bellissimo. È la storia, raccontata in prima persona, di una incredibile amicizia. Di un autista di Frosinone trapiantato in Inghilterra e di un grande regista. Io non mi sono mai commosso in vita mia se non per le morti dei genitori e degli amici o per le nascite dei figli, ma questo film mi ha toccato, facendomi ripensare a una vicenda personale simile. Alla fine Kubrick trova sostegno in una persona che ignora chi lui sia. E solo dopo la sua morte scopre di essere stato amico del miglior regista del mondo.

Sabato 15 sarà la giornata dedicata al viaggio con Gaetano Curreri e gli Stadio.

Erano con me agli inizi della mia carriera, in «Borotalco» e «Acqua e sapone». Sono tornati ne «I due carabinieri». E poi ricordo «Stasera a casa di Alice»: musica di Vasco, con Curreri. E «Posti in piedi in paradiso», con un brano scritto ad hoc da Curreri. Strade parallele. Io ho fatto da sponsor al Festival di Sanremo, che hanno vinto.

Di cosa converserete in autobus con gli studenti bresciani?

Parleremo di come si possono incontrare due artisti che camminano per sentieri diversi. Io sono grato a Curreri. Quando ha saputo della mia iniziativa benefica per Amatrice, mi ha chiamato e mi ha detto «se hai bisogno ci siamo». Oggi nessuno fa niente per niente. Gli Stadio sono diversi.

Ci sarà modo di parlare di musica nei film. Suonerete anche insieme?

Mi dirà Curreri al momento... Quanto alla musica nei film, può rovinare o esaltare l’opera. La poesia di Rota, l’ironia di Morricone si fondevano perfettamente con il cinema di Fellini e di Leone.

Si raccoglieranno fondi: il suo appello ai bresciani?

Non faccio appelli. A Brescia non ce n’è bisogno.

Presenterà la serata Adriana Lilli Franceschetti: contento di ritrovarla?

Molto. Abbiamo cenato insieme a giugno. Una donna meravigliosa.

Il suo nuovo film vedrà presto la luce?

Inizieremo le riprese in aprile o maggio.

Intanto Carlo Verdone si prende soddisfazioni in Cina: miglior attore per «L’abbiamo fatta grossa» all’International Film Festival di Xi'an.

Sono appena tornato. Due settimane in Oriente. Ho anche firmato autografi a fan cinesi. Avevo la concorrenza di attori francesi, russi... Bello essere felicemente sorpresi.

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