L'INTERVISTA

Fausto Leali: «Indimenticabili i miei Festival. Caro Blanco, cantiamo insieme?»

di Gian Paolo Laffranchi
Il popolare cantante in posa davanti alle scuole elementari di Nuvolento, il suo paeseFausto Leali sul palco dell’Ariston nel 2021: «Mi manchi» e «Io amo» i super classici portati a Sanremo da ospite
Il popolare cantante in posa davanti alle scuole elementari di Nuvolento, il suo paeseFausto Leali sul palco dell’Ariston nel 2021: «Mi manchi» e «Io amo» i super classici portati a Sanremo da ospite
Il popolare cantante in posa davanti alle scuole elementari di Nuvolento, il suo paeseFausto Leali sul palco dell’Ariston nel 2021: «Mi manchi» e «Io amo» i super classici portati a Sanremo da ospite
Il popolare cantante in posa davanti alle scuole elementari di Nuvolento, il suo paeseFausto Leali sul palco dell’Ariston nel 2021: «Mi manchi» e «Io amo» i super classici portati a Sanremo da ospite

La carriera parla per lui. Un curriculum straordinario, che il parterre del suo ultimo album pubblicato («Non solo Leali», 2016) illustrerebbe senza bisogno di tante altre spiegazioni: in quale altro disco italiano si trovano contemporaneamente featuring di Mina e Francesco De Gregori, Claudio Baglioni e Renzo Arbore, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi, Alex Britti e Massimo Ranieri, per non dire di Tony Hadley che ha definito la sua voce «splendida e potente»?

Le parole dell’ex Spandau Ballet sono l’ennesima medaglia al petto di Fausto Leali. Il gnaro di Nuvolento, 13 Festival di Sanremo da concorrente senza dimenticare quelli da ospite: l’anno scorso ha cantato i suoi classici, con Fabio Rovazzi ha fatto un’incursione da Cavallo Pazzo di baudesca memoria, è sempre pronto a mettersi in gioco al punto che adesso sa bene chi è il bresciano in gara per l’edizione 2022. Blanco, che pure è un 2003. «Lo conosco, canta da paura, dicono che insieme a Mahmood possa pure vincere e non mi stupisce. Allora, posso fargli arrivare un messaggio?».

Certo!

Perfetto: Blanco, cosa ne dici di un duetto? Canti di brutto e siamo bresciani, fatti sotto che magari cantiamo qualcosa insieme! Fausto ti aspetta. Leali + Blanco: sarebbe fantastico.

Ma quanto anni ha Fausto?

È un problema che non mi pongo mai. Fortunatamente mi sento sempre giovane. Lo è anche la sua ugola: tutti col passare degli anni abbassano le canzoni perché alle note alte della gioventù non arrivano più, lei no. No. Mai cambiato tonalità nei miei pezzi. E i miei colleghi: «Ma sei pazzo! Come fai...» E che ne so?

Beh, tanto lavoro di sicuro.

Tantissimo, sì. Non sono il solo a lavorare per mantenere la voce, anche se non sono un tenore che si deve allenare 4-5 ore al giorno. Vado sul palco e canto: a qualcuno riesce, ad altri no. Poi ci sono voci spontanee che si mantengono nitide senza sforzo, io ho un dono ma lo coltivo da sempre, devo fare fatica. E il fatto di riuscire ancora a cantare i pezzi nella versione originale di quando ero un ragazzo lo dimostra.

Sta tornando il Festival di Sanremo, manca una settimana. Lei ne ha fatti così tanti, l’ha anche vinto nel 1989 con Anna Oxa: l’edizione è cui è più legato?

Impossibile dirlo. A Sanremo mi è capitato di tutto. Ricordo con tenerezza le prime partecipazioni: i primi soldi li ho spesi per una villa, bisogna capirmi, io e i miei genitori non avevamo mai posseduto una casa. È stata la prima vera soddisfazione, poter spendere quei primi soldi guadagnati cantando.

Lei ha avuto tanto successo, quello vero che ti rende idolo della ragazzina come anche di sua nonna.

Sì, è vero. Ma me ne rendo conto adesso, allora non me ne accorgevo. In ogni caso, mi sono sempre comportato come il garzone della salumeria. Volevo bene alla gente, che mi voleva bene a sua volta. E oggi sono felice che pezzi di sessant’anni fa piacciano ancora così tanto.

Oggi chi è Fausto Leali?

Sono sempre lo stesso: Faustino da Brescia.

Ha duettato con tutte le dive trovando la lunghezza d’onda giusta con Mina e con Iva Zanicchi, passando per Loredana Berté. Il segreto?

Ci unisce l’amore per la musica. Mi fa piacere, come mi onora aver avuto grandi autori nei miei dischi. Il fatto che riconoscano il valore di quello che faccio è un grande motivo di orgoglio.

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