Grande Notte del Jazz La musica riempie ogni spazio di gioia

di Luigi Fertonani
Il pubblico della Grande Notte del Jazz, ieri sera in città FOTOLIVEL’evento promosso dal Teatro Grande ha regalato suggestioni emozionanti per un’intera indimenticabile giornata SERVIZIO FOTOLIVE/Fabrizio  Cattina
Il pubblico della Grande Notte del Jazz, ieri sera in città FOTOLIVEL’evento promosso dal Teatro Grande ha regalato suggestioni emozionanti per un’intera indimenticabile giornata SERVIZIO FOTOLIVE/Fabrizio Cattina
Il pubblico della Grande Notte del Jazz, ieri sera in città FOTOLIVEL’evento promosso dal Teatro Grande ha regalato suggestioni emozionanti per un’intera indimenticabile giornata SERVIZIO FOTOLIVE/Fabrizio  Cattina
Il pubblico della Grande Notte del Jazz, ieri sera in città FOTOLIVEL’evento promosso dal Teatro Grande ha regalato suggestioni emozionanti per un’intera indimenticabile giornata SERVIZIO FOTOLIVE/Fabrizio Cattina

È tornata a Brescia la Grande Notte del Jazz, una giornata dedicata a un genere musicale che ha letteralmente occupato, fra artisti e pubblico, tutti gli spazi principali del Teatro cittadino. Tutto è cominciato al mattino, con il Ridotto colmo di studenti bresciani della scuola secondaria intenti ad ascoltare in silenzio la prova dell’Eloisa Manera Trio, che avrebbe suonato la sera nella stessa sede. Un incontro stimolante sia per i musicisti che per gli studenti. E nella Sala delle Statue, all’ingresso, su comode poltrone, appassionati ascoltavano in cuffia brani degli artisti che avrebbero poi suonato dal tardo pomeriggio fino a mezzanotte. La macchina organizzativa ha funzionato senza intoppi. Il pubblico già sapeva che ci sarebbero stati «momenti comuni» e concerti invece specifici a seconda del percorso, del Carnet scelto: si partiva in Sala Grande per poi dividersi nel Ridotto, nel Salone delle Scenografie e nella Sala Palcoscenico Borsoni. Sempre alta la qualità. A cominciare dal «concerto comune» in Sala Grande con l’Icp Orchestra che ha dato il via alle danze in un clima sorridente, con rivisitazioni di brani di Monk ed Ellington ma anche con pezzi singolari e a tratti caricaturali, col simpaticissimo tratto autoironico di questo splendido gruppo di dieci strumentisti. DA SOTTOLINEARE la bravura nel Ridotto dell’Eloisa Manera Trio, con la fisarmonica di Simone Zanchini dalle inesauribili risorse al violoncello di Marco Remondini e al violino di Eloisa Manera. E sempre al Ridotto poco dopo la raffinata proposta della voce di Elena Tavernini e del basso elettrico di Giacomo Papetti per «All the world is green», omaggio a Tom Waits. Tutto questo mentre nel Salone delle Scenografie il Jesper Zeuthen Trio regalava al pubblico momenti appassionanti, con grandi assolo alla batteria di Thomas Praestegard, e nella Sala Palcoscenico Borsoni il Nicolas Masson «Travelers» dava al Carnet Fire intensità espressiva e nitore timbrico. Senza contare i momenti di pausa tra i concerti, con la straordinaria chitarra di Yoshitake Expe che «pioveva» dal Palco Reale in Sala Grande in una penombra ricca di delicati suoni dopo aver allietato in corso Zanardelli, davanti alla scalinata, nel pomeriggio. Successo completo, tanti appassionati in festa. •

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