GRANDE

Harding firma un trionfo

di Luigi Fertonani

C'è un lungo momento che pare un'attesa, all'inizio del Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 di Johannes Brahms, con il quale si apre il 52° Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo al teatro Grande: un momento grandioso in cui l'orchestra chiede al pubblico di predisporsi, di concentrarsi su ciò che verrà di lì a poco. E l'Orchestra Sinfonica della Radio Svedese diretta da Daniel Harding subito magnetizza il pubblico che affollava il Grande. Poi entra lei, la giovane violinista Vilde Frang, che con piglio vigoroso attacca sulla frase drammatica dell'orchestra, per poi duettare con le note lunghe dei legni, inerpicandosi via via sulle costruzioni sempre più acute affidate al violino, fino a posarsi con infinita dolcezza sul tema principale. L'organico sa dialogare con la solista, senza però perdere il necessario mordente per sostenerla.
Una delle scintille più vivide del Concerto brahmsiano è il movimento centrale, purissimo Adagio in cui trionfa la nostalgia mozartiana sposata a uno stile italiano. Nel tripudio del finale, ecco la robustissima, spericolata prova di Frang in un clima «ungherese» che la giovane norvegese conosce bene. Grande successo personale per la violinista in abito verde chiaro, che concede un bis non previsto: un brano popolare della sua nordica terra.
Arriva la grande Sinfonia Fantastica di Hector Berlioz, pagina straordinaria dell'Ottocento, che esige speciali energie. Qui Harding ha mano libera nel seguire le pieghe della febbricitante partitura visionaria e quell'«idea fissa» che compare in tutti e cinque i movimenti e indica l'ossessione amorosa del «giovane artista», di cui parla Berlioz.
Il direttore britannico sa pienamente rappresentare il malessere dell'anima e anche i momenti di estasi dell'incontro d'amore. Nel terzo movimento al corno inglese risponde, da un palco, l'oboe, creando un suggestivo effetto stereofonico. Ma l'atmosfera perfetta si crea con la feroce «Marcia al supplizio» che anticipa in modo efficace il triviale sabba delle streghe e dei mostri, con ritmi grotteschi e la sconcia e strepitosa parodia del Dies Irae. Grandi emozioni, completo il successo della serata inaugurale del Festival.
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