Holly Cook, soul tropicale e lampi pop per dimenticar

Holly Cook
Happy Hour
Holly Cook Happy Hour
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Happy Hour
Holly Cook Happy Hour

Fra guerra, siccità e Covid sempre in agguato l’ora non si prospetta esattamente felice, ma se comunque volete regalarvi mezz’ora di solare «happy hour» scacciapensieri allora tuffatevi tra i solchi del nuovo lavoro di Hollie Cook. Nome ancora poco conosciuto ai più, nonostante un curriculum di tutto rispetto: classe 1987, londinese, è figlia di Paul Cook, leggendario batterista dei Sex Pistols, e di Jeni Cook, vocalist per i Culture Club (non a caso Boy George è stato il suo padrino: mentre sembra che, quando lei era piccola, addirittura David Bowie le abbia fatto da babysitter per un pomeriggio). Verso la metà dei primi anni 2000 Hollie Cook ha fatto parte della reunion delle Slits, mentre nel 2011 ha debuttato da cantante solista con un album prodotto da un mito del dub britannico come Prince Fatty. C’era invece Youth dei Killing Joke ai comandi per il secondo lavoro del 2018, ed ora lo stesso musicista è accreditato come co-produttore per questo freschissimo, affascinante terzo lavoro che mischia soul tropicale, pop e le sonorità vintage del «lover’s rock» (derivazione reggae popolare nella Londra anni ‘70, cantata anche dai Clash) in una serie di canzoni solari, estive, calde, romantiche: in due parole, semplicemente perfette. • Merge

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