Luca Micheletti big in Japan: miglior spettacolo del 2021

di Milena Moneta
Luca Micheletti sorridente in compagnia di Riccardo Muti, che l’ha diretto nel «Macbeth»
Luca Micheletti sorridente in compagnia di Riccardo Muti, che l’ha diretto nel «Macbeth»
Luca Micheletti sorridente in compagnia di Riccardo Muti, che l’ha diretto nel «Macbeth»
Luca Micheletti sorridente in compagnia di Riccardo Muti, che l’ha diretto nel «Macbeth»

«Grazie Maestro!»: Luca Micheletti rivolge poche, ma sentite parole a Riccardo Muti con cui ha appena vinto un premio in Giappone. Parlare di successo con il poliedrico bresciano, attore, regista, drammaturgo, traduttore e baritono ha il sapore del dejà vu, eppure ne ha appena messo a segno un altro, particolarmente prestigioso: il «Macbeth» verdiano in forma di concerto interpretato nel ruolo del protagonista la primavera scorsa a Tokyo per lo «Spring festival», diretto appunto da Riccardo Muti, ha vinto il premio come miglior spettacolo di musica classica del Giappone 2021. L’autorevole rivista «Ongaku no Tomo» ha chiesto a 40 critici musicali e giornalisti di selezionare 10 titoli per il periodo tra il primo dicembre 2020 e il 30 novembre 2021: il primo posto è toccato al «Macbeth». «È stato un onore essere diretto da Muti, gli sono grato per avermi scelto per quel grande appuntamento, consentendomi un debutto con uno dei ruoli più belli che possa affrontare chi canta da baritono - afferma -. Mi ha aiutato ad entrare nel personaggio con suggerimenti preziosi che porterò sempre con me. Ora il premio aumenta la mia già profonda gratitudine». In autunno Micheletti e Muti si ritroveranno insieme quando per il teatro Regio di Torino porteranno in scena il «Don Giovanni». Micheletti di nuovo protagonista, Muti a dirigere l’orchestra. Intanto l’artista bresciano continua a raccogliere consensi di pubblico e di critica (con lodi smisurate per qualità vocali, presenza scenica, interpretazioni e regie). Definito «una delle intelligenze teatrali più vivaci e interessanti del panorama attuale», ha appena concluso l’anno al «Carlo Felice» di Genova con la «Vedova allegra» di Lehár, di cui ha fornito una lettura originale e variegata, senza sacrificarne la raffinata leggerezza, regista e interprete di ammaliante charme. «È stata una gioia ritrovare ogni sera il teatro pieno, un appagante risarcimento dopo il periodo difficile». Oltre ad essere stata una piacevole occasione di cantare con la moglie, la brava Elisa Balbo, che lo affiancherà anche nel dittico che domani debutta sempre al «Carlo Felice». È regista ed interprete de «La serva padrona» di Pergolesi e «Trouble in Tahiti» di Bernstein, un intermezzo buffo del 1700 e un musical del secolo scorso; nelle due opere ci sono «punti di congiunzione - con riferimenti alle maschere della commedia dell’arte, un rigido protagonista, un bisogno di autoaffermazione femminile -, con due coppie che scoppiano e si ricongiungono». Dopo il debutto in tv, ora le rappresentazioni dal vivo sono previste fino al 6 febbraio. «Facendo un mestiere come il nostro, sono poche le occasioni di stare vicini, impegnati nella stessa produzione: possiamo passare del bel tempo insieme - dice a proposito della neomoglie -. Se poi al centro della scena c’è una coppia, diventa divertente portare il lavoro a casa, elaborarlo anche fuori dall’orario di prova». Presto Micheletti sarà di nuovo Rigoletto per la Fondazione Arena di Verona, in scena al teatro Filarmonico, e per il maggio fiorentino sarà Figaro ne «Le nozze di Figaro», diretto da Zubin Mehta: un ruolo che gli ha «portato fortuna» visto che gli ha consentito di debuttare sul palcoscenico scaligero.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti