Martin Courtney, paradisi post pandemici e retrò

Martin Courtney
Magic Sign
Martin Courtney Magic Sign
Martin Courtney
Magic Sign
Martin Courtney Magic Sign

Alzi la mano chi non è in cerca di un «magic sign» capace di indicare almeno uno straccio di direzione in questi tempi annebbiati. Un segnale che Martin Courtney, frontman degli americani Real Estate e songwriter tra i più dotati della sua generazione, ha cercato come tanti di noi nel passato, richiamando alla memoria quella preziosa eredità di amicizie, di giorni spensierati e primi turbamenti che spesso diventa motivo di sostentamento quando il gioco della vita si fa duro. «Magic Sign», suo secondo album solista dopo il gioiello «Many Moons» del 2015, è nato non a caso a cavallo tra il 2020 e il 2021, mentre il mondo era sbarrato in casa per la pandemia. Martin ha scritto il disco di notte, con i figli che dormivano al piano superiore e la moglie al lavoro in ospedale. «Volevo che questi pezzi fossero messaggi di sollievo e ottimismo per un mondo post pandemico», ha detto l’autore. Missione sicuramente compiuta in queste dieci canzoni fragranti, artigianali, delicate, ricche di inflessioni sixties, di calde sonorità chitarristiche jingle-jangle tra Byrds e Rem, di melodie floreali e seducenti: un piccolo frammento di paradiso psichedelico in cui ripararsi per sfuggire al caos. • Domino

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