Mea culpa Blanco Una poesia di scuse dopo l’ira funesta

di Gian Paolo Laffranchi
L’immagine della poesia postata sui social da Riccardo «Blanco» Fabbriconi
L’immagine della poesia postata sui social da Riccardo «Blanco» Fabbriconi
L’immagine della poesia postata sui social da Riccardo «Blanco» Fabbriconi
L’immagine della poesia postata sui social da Riccardo «Blanco» Fabbriconi

Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori. E dai fiori nasce una poesia. Blanco era black, Blanco is back. Tutto, sempre, a Sanremo. Il talento che un anno fa trionfava al Festival dando «Brividi» in coppia con Mahmood. Il ragazzaccio che martedì notte ha deluso tutti con uno scoppio d’ira fuori luogo per un problema tecnico, devastando il palco che doveva essergli scenografia floreale durante il lancio del nuovo singolo «L’isola delle rose». Ma anche il giovane mortificato che dopo ore insonni di presa di coscienza è tornato in sé e con il candore di chi non ha maschere (l’altra faccia della sua medaglia) ha deciso di scusarsi pubblicamente. E quale modo migliore di un componimento scritto all’alba? Cadono fiori, Ariston Si spezzano fiori, Ariston Ti ho messo in lacrime Come la mia mamma, Ariston Mi hai visto fragile Come un bimbo… E qui proprio qui, dove Mi hai insegnato a correre Sono caduto… Mi sono rotto la faccia e piango, Ariston Ma poi… Rido, rido, rido, rido, rido, rido e grido Perché non sono perfetto come mi volevi. Ma finalmente sono me stesso Ti voglio bene Ariston Con tutta la mia follia. Così è Blanco. Blanco che ha sfasciato il palco e si è preso i fischi dell’Ariston e l’inevitabile shitstorm sui social. Lo stesso Blanco che in tempi non sospetti (prima di «Brividi») confessava quanto gli piacesse «correre nudo nel bosco. Ovviamente se ti vede qualcuno ti prende per pazzo, ma lo consiglio a tutti, aiuta un botto». Lo faceva a casa sua, a Calvagese della Riviera, dove lo conoscono e gli vogliono bene (anche quando sbaglia, certo). Blanco che ha sempre avuto l’argento vivo addosso, e in una vecchia canzone («Tarzanelli») non a caso sua madre gli chiedeva «Ma sei normale?». «Mia mamma - spiegava - me lo chiede da quando avevo 8 anni e mio papà forse più di lei». «Ma sei normale?»: la stessa domanda che gli ha fatto il padre quando l’ha visto correre nudo nel bosco di cui sopra. «Ha chiesto scusa», ha chiarito nella conferenza-stampa post prima puntata Amadeus. «Blanco mi ha chiamato, era dispiaciutissimo, chiede scusa a me e a Sanremo - spiega il conduttore-e-direttore-artistico del Festival -. Io lo conosco, è un ragazzo talentuoso, uno dei più grandi talenti della musica italiana, ha sbagliato e lui lo sa per primo. Ho detto anche a lui che, quando ci sono dei problemi tecnici, basta alzare le mani e io mi fermo, si rifà, è già capitato. Non lo voglio scusare perché lui è consapevole di questo: non ha chiesto di essere capito, ma di essere perdonato. Forse a 19 anni può capitare di fare una cosa che non si voleva fare, voglio accettare queste scuse pensando che siano sincere. E no, non era una gag». Lo si era capito già al momento dallo sconcerto di Amadeus, dalla goffaggine sua e di Blanco stesso nel gestire il momento d’imprevisto a esibizione ormai degenerata. Più scomposte dell’ira di Blanco certe reazioni registrate nelle ore successive. Su tutti il Codacons, che lo ha denunciato alla procura di Imperia per danneggiamento. «Conosco Riccardo da un paio d’anni e tutte le volte che l’ho incontrato ho trovato un ragazzo educato, disponibile, rispettoso, mai qualcuno che mi sembrasse pericoloso - ha aggiunto Amadeus -. È stata una sorpresa anche per me vederlo così. Non mi sento di dargli una punizione, spero che lui capisca da solo quello che ha fatto, per il bene suo e della sua carriera». «Comunque non abbiamo mai parlato così tanto di fiori in nove anni», ha sorriso in conferenza il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri. Ma la chiosa è di Gianni Morandi, che già a caldo aveva sdrammatizzato finendo di spazzare il palco devastato: «A vent’anni io ho fatto di peggio...».•.

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