Ola Cavagna, una vita per la sfida del teatro

di Milena Moneta
Ola Cavagna ha curato molte regie e diretto la compagnia «La Girondola»
Ola Cavagna ha curato molte regie e diretto la compagnia «La Girondola»
Ola Cavagna ha curato molte regie e diretto la compagnia «La Girondola»
Ola Cavagna ha curato molte regie e diretto la compagnia «La Girondola»

«Il teatro è tutta la mia vita» dice Ola Cavagna, bresciana di casa dal ’90 a Torino, parafrasando il personaggio che interpreta in «Agnello di dio», diretta da Pietro Maccarinelli, che ha replicato anche a Brescia con grande successo. Un sogno d’infanzia vissuto a tutto tondo da attrice (anche di cinema), regista - di prosa e lirica -, organizzatrice di spettacoli e rassegne, insegnante, drammaturga, direttore artistico. Un inizio amatoriale, il suo, con Mario Soloni, «meraviglioso insegnante», che le ha trasmesso l’Abc della scena, con Gino De Rosa che l’ha addestrata all’uso delle marionette, poi al Cut. Quindi i lunghi mesi delle «Officine teatrali», promosse dal Ctb e dal «nostro» Antonio Sabatucci, mai elogiate a sufficienza, dove tutti quelli che facevano teatro a Brescia si confrontavano e imparavano da grandi artisti. Come aiuto regista per il «Torquato Tasso» dei fratelli Lievi (siamo nella metà degli anni ’80) incontrò Mauro Avogadro con il quale ha iniziato un sodalizio artistico che non si è più interrotto, lavorando non solo in Italia, ma anche in Spagna, Portogallo, Olanda, Svizzera. L’interprete e regista fa in tempo, prima, ad allestire un inedito dannunziano, «Sogno di un tramonto d’autunno» musicato da Malipiero. Seguono decine di progetti, originali e di spessore, con artisti di fama, contaminando i linguaggi, sensibile verso storie al limite, emarginati, diversi, stranieri, «gli ultimi che chiedono di fare i conti con la nostra coscienza e la nostra presunta normalità». Ha interpretato cammei per il teatro e il cinema (in «Cuore» di Zacconi, per esempio), diretto una compagnia di disabili, «La Girondola» con cui ha ottenuto una segnalazione speciale al «Premio Teresa Pomodoro». «Oggi mi sento ai margini e condivido il disagio di molti colleghi che vedono il teatro, spesso la cultura, affidati a incompetenti - dice - magari di buona volontà, ma spesso arroganti e incapaci. Poiché l’unico amore della mia vita resta il teatro, quel rituale collettivo che nasce da una ricerca interiore che ci mette in rapporto con il caos nel tentativo di dargli un ordine, spero tuttavia di poter continuare a occuparmene». Affascinata dal sacro, riprenderà «Uno studio di Pasolini» che indaga appunto la sacralità nei suoi testi e ha pronto «Un niente luminoso», monologo di Anna Scola, ispirato a «Gli scritti» di Maria Maddalena Martinengo da Barco, musicato da Tommaso Ziliani per voce recitante, soli, coro femminile e chitarra, diretto da lei con i suoi ultimi collaboratori, Ginevra Napoleoni e Massimiliano Siccardi, noto film-maker ideatore di «mostre immersive» che hanno avuto un successo mondiale, ispirato a «Gli scritti» di Maria Maddalena Martinengo da Barco, musicato da Tommaso Ziliani per voce recitane, soli, coro femminile e chitarra, diretto da lei con i suoi ultimi collaboratori, Ginevra Napoleoni e Massimiliano Siccardi, noto film-maker ideatore di «mostre immersive» che hanno avuto un successo mondiale. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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