Rockstar prima del rock ’n’ roll «Il cattivo poeta» è nelle sale

di Gian Paolo Laffranchi
«Il cattivo poeta», diretto da Gianluca Jodice e interpretato da Sergio Castellitto, da oggi nei cinema
«Il cattivo poeta», diretto da Gianluca Jodice e interpretato da Sergio Castellitto, da oggi nei cinema
«Il cattivo poeta», diretto da Gianluca Jodice e interpretato da Sergio Castellitto, da oggi nei cinema
«Il cattivo poeta», diretto da Gianluca Jodice e interpretato da Sergio Castellitto, da oggi nei cinema

«Il cattivo poeta», oggi atteso (assai) nelle sale cinematografiche da poco riaperte, non è un film come gli altri. È il racconto di un finale di vita, certo. Un ritratto, pure. Ma anche la riparazione di una verità storica. D’Annunzio fascista? Nient’affatto. «Semmai dannunzista», sorride il presidente del Vittoriale degli Italiani Giordano Bruno Guerri, che ha osservato, verificato, riscontrato «la riuscita di un’operazione fedele alla realtà oltre che avvincente sul piano artistico». Gianluca Jodice, il regista, si ricordava di questo poeta «recluso in questo castello di Dracula, una specie di Nosferatu che aveva subito la damnatio memoriae nel Novecento; un personaggio storico complesso, che ha vissuto mille vite». Matteo Rovere, attivo come produttore ma anche regista, parla di «film dall’impianto ambizioso, di un cinema realizzato in maniera orgogliosa, di personaggi storici che possiamo esportare». D’Annunzio è la prima rockstar ante litteram: «Riusciva a muovere le masse senza i social. Qui grazie a una grande attenzione filologica pronuncia le frasi realmente dette». Nei piani del duce, d’Annunzio doveva essere messo nella condizione di non nuocere: Giovanni Comini era il federale incaricato di sorvegliarlo, spiandolo di continuo. Ma dopo averlo frequentato si oppose alla guerra e fu cacciato dal partito fascista. Potere del Vate. «Il poeta - sottolinea l’attore che lo interpreta, Sergio Castellitto - è stato adorato ed amato in vita, ma non c’è stato uomo più maledetto in morte. Basta leggere cosa dicevano gli intellettuali del dopoguerra: per Elsa Morante era un imbecille, Pasolini lo detestava. Invece il dono che ti fa il cinema è che se c’è un poeta assimilabile a d’Annunzio è proprio Pasolini; entrambi sono stati poeti-soldati, i primi ad uscire dalla trincea, a prendere il colpo in fronte. E anche d’Annunzio, come Pasolini, era un genio». Castellitto si è calato nel contesto del Vittoriale, «non un luogo d’antiquariato ma archeologia: ciò che è stato, potenza, decadenza, bellicità». Guerri lo applaude: «Lo ha interpretato con intelligenza e ironia, trasmettendone la volontà, l’eroismo in ogni momento della vita, la capacità di carica innovativa. L’ha preso per il verso giusto. Castellitto è un attore colto e lo conferma». Non era facile rendere d’Annunzio, figura atipica come Battiato «che non a caso ne aveva colto al volo la portata e l’autenticità - dice Guerri ricordando l’ultima visita a Gardone Riviera del Maestro della canzone venuto a mancare martedì -. Portai Franco a vedere la prioria e mi disse Quest’uomo era un angelo, guardava sempre più in alto. Lo amava. Questo film spiegherà a chi non l’ha capito che forse quel che si è ripetuto troppo volte su d’Annunzio non era vero. Magari stimolerà la voglia di approfondire attraverso il messaggio di verità che io continuo a dare dal 2008». L’uscita nelle sale de «Il cattivo poeta» s’inquadra nella ripartenza del Vittoriale post-lockdown: «Sabato scorso abbiamo avuto 1670 visitatori, oltre le più rosee previsioni - sottolinea il presidente del Vittoriale -. Contiamo di andare avanti su questa strada».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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