Sancarlino, Salaroli: «Perdere i ricordi Dolore e necessità»

di Stefano Malosso

Quando nel 2013 la scrittrice canadese Alice Munro vince il Premio Nobel per la Letteratura, il pensiero va subito alle delicate pagine del racconto «The Bear Came Over the Mountain» che, con impareggiabile grazia, descrive il tema dell’Alzheimer e della perdita della memoria. Cosa accade nelle relazioni umane quando i ricordi si cancellano, e tutto sembra essere messo in discussione? Da questo quesito sembra muoversi il testo di «Ti ricorderai di me» dell’autore canadese Francois Archambault, protagonista del secondo appuntamento di Teatro Aperto del Centro Teatrale Bresciano a sostegno della drammaturgia contemporanea, direzione artistica di Elisabetta Pozzi. Alle 16.30 al teatro Sancarlino in corso Matteotti salirà sul palco l’attore Alarico Salaroli nel ruolo di Edouard, accompagnato da Ariella Reggio come Madeleine, Paola Bonesi nel ruolo di Isabelle, Valentina Bartolo e Marco Casazza, che cura anche la regia di questo testo che guarda ai legami familiari e alle loro complicazioni. Siamo in Québec. Edouard è stato un brillante docente universitario nonché seduttore di giovani studentesse. Ma ora è anziano ed è affetto da una grave perdita della memoria. «È una perdita che riguarda un pezzo di memoria» spiega Alarico Salaroli. «Leggendo il testo, ho come avuto la sensazione che questo smarrimento di una parte dei ricordi personali fosse una strategia, un modo per distanziarsi da chi gli sta vicino. C’è certamente del dolore, ma anche una sorta di divertimento, di giocosità, che conferisce una nuova profondità al testo». Sua moglie Madeleine, ormai stremata, lo lascia dalla figlia Isabelle e dal suo compagno Patrick; mentre la memoria di Edouard perde ogni riferimento, le relazioni fra le persone intorno a lui vengono messe a dura prova. «Edouard perde la memoria del quotidiano, ma rimane l’essenziale. Come l’amore per la moglie, e i piccoli grandi ricordi che conservano insieme». Anche nella malattia l’ umanità vibra sulla scena. «Dimenticare le cose inutili, in fondo, è anche una strategia per vivere, riparandosi dall’idiozia di tutti i giorni. Rimane l’essenziale, il cuore pulsante che ci anima». •

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