«Il coraggio verrà», anzi è qui Sara Poma in Latteria Molloy

di Stefano Malosso
Questa sera per Sottovuoto «Il coraggio verrà»: l’immagine di copertina
Questa sera per Sottovuoto «Il coraggio verrà»: l’immagine di copertina
Questa sera per Sottovuoto «Il coraggio verrà»: l’immagine di copertina
Questa sera per Sottovuoto «Il coraggio verrà»: l’immagine di copertina

Le lotte vengono da lontano. Hanno gambe forti e percorsi accidentati, pieni di tornanti e strapiombi, rischiosi e dall’esito sempre incerto. Viaggi fondati sul coraggio e sulla rivendicazione della propria voce, che da testimonianza personale si fa racconto corale e polifonico, patrimonio comunitario. Folgorante esordio letterario, «Il coraggio verrà» di Sara Poma, edito da Harper Collins, è un’opera che scardina i generi della biografia e del memoir, un fluire narrativo che sarà al centro dell’incontro di questa sera alle 21 alla Latteria Molloy per Sottovuoto, che vedrà in dialogo l’autrice e Giulia Cuter. Attraverso una ricerca accurata, Poma ricostruisce la storia di Maria Silvia Spolato, che a Roma nel 1972 scende in piazza a rivendicare la propria omosessualità: è la prima a farlo in Italia, e per questa scelta necessaria la sua vita cambierà per sempre. «Questo libro nasce da un’urgenza personale - spiega l’autrice -. Sono una donna di oltre 45 anni, mi piace dire che sono sposata con mia moglie ma siamo in un’unione civile. Così sono partita da una domanda: cosa sarebbe la mia vita se fossi nata qualche anno prima? Mi sono imbattuta in un ritaglio di giornale che parlava della morte di una donna avvenuta in una casa di riposo: una figura dimenticata, ma importante per i diritti delle persone LGBTQIA+. Così ho iniziato la ricerca sulla vita di Maria Silvia Spolato, ho parlato con le persone che l’hanno conosciuta, e ho allargato la narrazione in modo che tutti la potessero conoscere». Mettendosi alla ricerca dei segni dell’esistenza di Spolato, Sara Poma ripercorre anche la propria vita, di fronte a quello «specchio ineguale» che le restituisce la propria educazione sentimentale. «Raccontare la sua storia è stato anche un modo di esprimere riconoscenza nei suoi confronti. Ho avuto la possibilità di accostare le nostre vite, che hanno toccato degli elementi comuni. Entrambe abbiamo avuto accesso, da ragazze, a una rappresentazione minima o inesistente, come un libro degli anni Venti che parlava di un amore tra donne. In queste pagine ho provato ad attraversare la sua vita per ricostruire un po’ anche il mio percorso di identità. Un percorso per entrambe verso la consapevolezza, con tante similitudini che me l’ha fatta sentire più vicina e che mi ha permesso di ripescare nella memoria tante cose che avevo dimenticato». Il volume è un racconto d’amore, la restituzione della figura di Spolato che con la sua lotta ha aperto la strada alle generazioni successive. «È stata attivista in un’epoca in cui rivendicare diritti significava scendere in piazza col proprio corpo e metterlo a rischio. Ha perso il lavoro di insegnante e la casa, arrivando a diventare clochard. Oggi la situazione è cambiata, ma viviamo un momento storico delicato, in cui è necessario stare allerta ogni giorno. Per questo mi fa piacere sentire interesse verso questa storia da parte di alcune fortezze sparse in giro per il Paese, luoghi che sono delle comunità che resistono». •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti