Meteorite sulla club culture Si sono sciolti i Daft Punk

I Daft Punk: hanno fatto la storia della musica dance, all’incrocio con il pop
I Daft Punk: hanno fatto la storia della musica dance, all’incrocio con il pop
I Daft Punk: hanno fatto la storia della musica dance, all’incrocio con il pop
I Daft Punk: hanno fatto la storia della musica dance, all’incrocio con il pop

•• Ventott’anni vissuti all’avanguardia. Sempre un passo avanti sulla storia. Nel segno di una fisiologica propensione alla modernità. Addio ai Daft Punk: si scioglie il duo parigino che ha rivoluzionato il destino della musica elettronica. L’annuncio ieri con un video di otto minuti su You Tube, la conferma ufficiale dalla loro portavoce: è la fine di un’epoca, epilogo inatteso ma forse inevitabile in questa dittatura del Covid che ha stroncato la club culture, fermato le mirror ball, chiuso tutti i dancefloor del mondo. Perché Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter erano nati per far ballare: fin da quei lontani, pionieristici inizi del 1993, quando insieme cominciarono a gettare le fondamenta di un progetto destinato dopo soli due anni a lanciare un primo, gigantesco meteorite nello stagno della dance con l’epocale «Da Funk»: il primo graffio di una storia coronata nel 2014 dalla vittoria di 4 Grammy Awards con il capolavoro «Random Access Memory». Difficile dimenticare quella serata, con Paul McCartney e Ringo Starr in platea a ballare al ritmo di «Get lucky», mentre sul palco i due robot della Ville Lumière ci davano dentro con Stevie Wonder e Pharrell Williams. Partiti dall’underground con l’insolente sberleffo di «Homework», i Daft Punk erano diventati icone pop globali in meno di vent’anni, seminando classici che han fatto ballare mezzo pianeta come «Around the world» e «One more time». Dopo otto anni di silenzio, i fan attendevano novità. Ieri, il brusco risveglio: radio Daft Punk ha cessato le trasmissioni.•. C.A.

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