Un aereo dirottato in fuga dalla luce assassina del sole

di J.B.E.

Un soldato sale a bordo di un aereo, diretto da Bruxelles a Mosca, e armi in pugno costringe al decollo in direzione contraria, verso ovest. Sta per abbattersi sul mondo una catastrofe, in cui chiunque venga esposto alla luce solare muore: l’unica soluzione è volare verso occidente, lasciarsi il sole alle spalle, fermarsi solo per fare rifornimento. È la premessa di Into the Night, serie televisiva belga dello scorso anno (la prima prodotta lì da Netflix) ispirata al romanzo polacco di fantascienza The Old Axolotl di Jacek Dukaj. Non sarebbe stato più semplice nascondersi in cantina? Se si esce di notte si è al sicuro o le radiazioni diurne sono ancora in circolo? Cosa rende così speciale il bunker militare sotterraneo a cui i sopravvissuti cercano disperatamente di arrivare? Neppure ricordo se nelle 6 puntate, viste qualche mese fa, si affrontavano domande simili. Ma non è importante. Pur con qualche modestia produttiva, la serie si fa guardare: come uno Speed meno adrenalinico; o uno Snowpiercer ipersemplificato. Curioso il gruppo in fuga dal sole: multietnico e multiculturale. L’unica speranza è una non facile collaborazione.

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