CALCIO

Brescia, si ripresenta il nodo-stadio: preme pure la Feralpisalò

di Vincenzo Corbetta
Tra le questioni da risolvere dopo la discesa in Serie C cìè anche quella relativa al Rigamonti. Entro il 15 giugno la società di Pasini deve indicare una sede per le partite interne: senza esito finora gli incontri con Cellino

Che ne sarà del Brescia? Soprattutto che utilizzo verrà fatto dello stadio Rigamonti? In attesa di sapere se i biancazzurri potranno utilizzarlo dalla giornata inaugurale del prossimo campionato, qualunque sarà (serie C come decretato dal campo o serie B per il ripescaggio), la questione è: il Brescia accetterà di dividere il suo impianto con la Feralpisalò, in questo momento unica bresciana tra i cadetti, oppure ribadirà il suo secco «no»? Tradotto: Massimo Cellino accetterà la richiesta di Giuseppe Pasini?

Entro metà mese la Feralpisalò deve indicare il "suo" stadio

Entro il 15 giugno la società gardesana deve indicare alla Lega B lo stadio dove giocherà le gare casalinghe e indicare un campo di riserva. “Per noi la soluzione più logica è giocare al Rigamonti - ha più volte sottolineato Pasini -, siamo una squadra bresciana e sarebbe bello poter usufruire dell’impianto simbolo del territorio”. Finora i colloqui tra i 2 presidenti non hanno sortito una soluzione. E sull’argomento è intervenuta ieri mattina la neo sindaca di Brescia Laura Castelletti: «Siamo ridosso degli eventi di giovedì sera - le sue parole -. Siamo di fronte a una società privata che deve decidere cosa fare. L’Amministrazione comunale ha interesse che lo sport cresca nella nostra città. Siamo disponibili a fare valutazioni insieme, ma se il presidente Cellino deciderà per il no, è una questione che riguarda società private». Dunque, il Comune di Brescia e’ disponibile a favorire una soluzione ma senza forzare chi ha l’ultima parola, ovvero il numero 1 del Brescia. Che, va ricordato, ha in concessione il Rigamonti fino al 31 agosto 2028.

L'alternativa al Rigamonti potrebbe essere lo stadio di Piacenza

La Feralpisalò non vuole farsi trovare impreparata e ha già indicato nel Garilli di Piacenza l’alternativa a Mompiano. Ma, aspettando la ristrutturazione del Turina, Pasini fino all’ultimo busserà alla porta di Cellino. Rimane una realtà incontrovertibile: il Rigamonti nel 2023 è uno stadio stra-strasuperato. Un tugurio ripittato nel 2019 in occasione della risalita della Serie A, le cui magagne sono visibili a occhio nudo. Il video reportage che Bresciaoggi ha pubblicato ieri mattina sul web è eloquente: una struttura vetusta, fatiscente, indegna di una città come Brescia. Inutile continuare a dire che la nostra è una città ricca, che gli imprenditori con disponibilità non mancano.

Il calcio, uno sport della provincia

Vero, non mancano e si occupano pure di calcio, ma in provincia. Pasini ha portato la Feralpisalo’ in Serie B, Lodovico Camozzi sta riportando il Lumezzane nella sua dimensione, in Serie C, dove c’era già stata dal 1993 al 2017. In città spopolano gli altri sport: ci sono la Pallacanestro Brescia di Mauro Ferrari e l’An Brescia di pallanuoto che Marco Bonometti tiene da almeno un decennio ai massimi livelli in Italia e in Europa.

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La retrocessione in C è il colpo di grazia

La retrocessione in Serie C può essere il colpo di grazia per la speranza di avere un’altra proprietà. E uno stadio così malmesso di sicuro non invoglia a investire nel Brescia, sicuramente più dei deprecabili episodi di violenza di giovedì sera, che da anni e anni non si vedevano più. D’accordo il rispetto della sindaca Castelletti per la forma, ma nella sostanza un’Amministrazione comunale, di fronte a una situazione del genere, non può rimanere neutra. Oppure si vuole che il Brescia resti quello che è ora, senza un progetto, con un proprietario che si dice stanco e in questo momento è lontano sotto tutti i punti di vista? Per questo motivo, oltre che cercare di sapere la destinazione dello stadio, in primis è bene chiedersi che fine farà il Brescia. 

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