Economia

Lavoro, le categorie vicentine soddisfatte: «La direzione del Governo è giusta»

di Gianmaria Pitton
Confindustria: «Sono necessari interventi che rendano più dinamico il mercato del lavoro. Sarà la flessibilità a fare selezione tra le imprese»
Giorgia Meloni durante l'approvazione del decreto lavoro
Giorgia Meloni durante l'approvazione del decreto lavoro
Giorgia Meloni durante l'approvazione del decreto lavoro
Giorgia Meloni durante l'approvazione del decreto lavoro

È sostanzialmente positivo il giudizio che le imprese vicentine danno del decreto Lavoro, approvato il 1° maggio dal Consiglio dei ministri. Apprezzati il taglio del cuneo fiscale, il maggior tetto di detassazione per il welfare aziendale, la contrattazione collettiva per le causali dei rapporti di lavoro. Rimangono peraltro degli aspetti da definire meglio.

Dalla Vecchia: «Bilancio dello stato in sofferenza: serve crescere di più»

«Il bilancio dello Stato è in sofferenza e, per cambiare la situazione, l’economia deve crescere a ritmi più alti dello 0,5%, anche rendendo più competitivo il mercato del lavoro - è il commento di Laura Dalla Vecchia, presidente di Confindustria Vicenza - Quindi vediamo positivamente il taglio del cuneo fiscale per chi guadagna meno di 35 mila euro, Confindustria lo chiese anche al governo precedente. È chiaro che è troppo poco, ma la coperta è corta e almeno la direzione è quella giusta. Positivo anche l'incremento della soglia dei fringe benefit a 3.000 euro seppur col limite dei lavoratori con figli a carico. Si tratta di misure limitate nel tempo e nell’entità, appunto perché lo spazio fiscale è ristretto se non si cresce. Contiamo che nel prossimo bilancio si possano rendere migliori e soprattutto strutturali, vista anche la recente apertura del ministro Calderone», aggiunge Dalla Vecchia, che continua: «È apprezzabile la scelta iniziale di abrogare le causali impossibili introdotte dal cosiddetto decreto Dignità, che irrigidivano e di fatto impedivano la possibilità di prorogare o rinnovare i contratti a termine e le somministrazioni a tempo determinato oltre i primi 12 mesi acausali. Dall’altra parte, però, la questione delle causali non sembra ancora risolta, permangono, per i contenuti ad oggi sommariamente noti, in attesa della Gazzetta ufficiale, dei profili di criticità che dovremo assolutamente esaminare perché si rischia di non conseguire quella flessibilità che invece la sostanziale abrogazione del decreto Dignità vorrebbe favorire. Riteniamo comunque necessario introdurre misure che rendano più dinamico il mercato del lavoro in un momento storico globale incertissimo e altalenante, in cui la flessibilità sarà l’elemento che farà selezione tra le imprese in grado di competere sui mercati mondiali e chi verrà espulso».

Cavion: «Il superamento del reddito di cittadinanza è una buona notizia»

«La prima buona notizia è il superamento del reddito di cittadinanza - sono le parole di Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato - a favore di misure più concrete dedicate a chi effettivamente e realisticamente non è occupabile. Il reddito di cittadinanza è stato uno strumento che, pur nato con le migliori intenzioni, è stato applicato in maniera indiscriminata con gli effetti, soprattutto per le casse dello Stato, che tutti conosciamo. Ora invece vi accederà solo chi presenta condizioni tali da non poter essere occupato, di conseguenza la platea si riduce notevolmente».

«Per sostenere l’occupabilità, per le imprese - aggiunge Cavion - sono previsti incentivi per chi assume personale. Ora si tratta di capire come si procederà, anche perché non sempre le aziende trovano le professionalità e le competenze di cui hanno bisogno». Sulla riduzione del cuneo fiscale, Cavion aggiunge: «Ben vengano misure atte a contrastare il costo della vita e a stimolare i consumi, parte dei quali interessano anche prodotti dell’artigianato, che ci auspichiamo possano venire stabilizzate. Però vanno fatte due osservazioni. Chiediamo in primis una riduzione del costo del lavoro anche per la quota a carico del datore di lavoro. La seconda è che si arrivi anche per i lavoratori autonomi ad analoghe misure, ed è con questo auspicio che seguiamo con interesse la riforma fiscale».

Sul contratto a termine limitazioni che costringevano a soluzioni mediate

Confartigianato poi interviene sulla semplificazione dei rapporti di lavoro in particolare su quelli a tempo determinato. «Sul contratto a termine erano state poste limitazioni tali che i soggetti coinvolti dovevano trovare soluzioni mediate per far fronte alle rispettive necessità - continua Cavion -. Riconducendo alla contrattazione collettiva la definizione delle causali che giustificano il contratto a termine si può prolungare l’assunzione a tempo determinato oltre i 12 mesi, bilanciando gli interessi di lavoratore e datore di lavoro. Sempre in ambito contrattualistico sono stati eliminati gli appesantimenti burocratici previsti dal decreto Trasparenza al momento dell’assunzione, a favore di una maggiore chiarezza d’informazione e semplicità di consultazione».

Piccolo: «Si devono trovare risorse per tagliare il cuneo anche nel 2024»

È in linea con quello dei colleghi presidenti il giudizio di Nicola Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenza: «Giusto l’obiettivo di ridurre il cuneo attraverso l’esonero parziale contributivo sui redditi da lavoro dipendente. Apprezzabile anche il maggior tetto di detassazione per il welfare aziendale, anche se la misura è limitata solo ai dipendenti con figli a carico. Sono entrambi interventi che attribuiscono più potere d’acquisto alle famiglie, quindi positive, nonostante l’ammontare non superi mediamente i 100 euro mensili per lavoratore. Determinante - sottolinea Piccolo - sarà proseguire in questa direzione e trovare al più presto le risorse per confermare i tagli al cuneo anche per il 2024. Noi di Confcommercio auspichiamo, inoltre, siano messe in campo al più presto anche misure strutturali mirate a ridurre il costo del lavoro delle imprese, come ad esempio, la detassazione degli aumenti contrattuali».

«In generale - continua il presidente dei commercianti - crediamo che la scelta di promuovere un sistema di sicurezza sociale più saldamente fondato sul lavoro, sia un orientamento corretto, soprattutto se attuato attraverso percorsi di studio o di formazione personalizzati e coerenti con le richieste di lavoratori provenienti dalle imprese. Sarà comunque cruciale, ancora una volta - commenta ancora il presidente Piccolo - la dimensione attiva degli interventi, sia per il buon esito dei percorsi formativi, sia del sistema di contrasto dei rischi di esclusione sociale e lavorativa». Anche Confcommercio promuove le norme sui contratti a termine oltre i 12 mesi e fino a 24 mesi: la contrattualizzazione delle causali - spiegano dall’associazione - potrà contribuire a rispondere all’esigenza di una buona flessibilità.

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