LA STORIA

Butterfly, per volare al di là delle difficoltà e offrire un rifugio

di Irene Panighetti
La lotta contro il «femminicidio quotidiano», ovvero la limitazione della libertà di espressione: a Brescia accoglienza e sostegno

«Femminicidio quotidiano» è espressione forte, difficile da approvare, soprattutto da parte di chi, ancora oggi, fatica ad usare il termine femminicidio: «Ci sono ancora reticenze nell'accettare la specificità delle violenze di genere e dei femminicidi che invece hanno una dimensione propria, non riducibile ad alti tipi di violenza o di omicidi», spiegano Moira Ottelli e Roberta Leviani, fondatrici della cooperativa sociale Butterfly, che, dal gennaio 2019, è aperta in via Ferdinando Bertoni 6 a Brescia. «Femminicidio quotidiano avviene quando una donna viene limitata nella sua libertà di vivere ed esprimersi in quanto donna; si sente dire dal marito, dal partner, dal padre... frasi come: "non vali niente", "ti querelo", "ti porto via i figli", "ti ammazzo"». Concetti forti che rappresentano realtà quotidiane «che i numeri dati ad ogni 25 novembre descrivono ma non spiegano - precisa Leviani - perché è sbagliato considerare il fenomeno della violenza come un'emergenza: c'è da sempre, è strutturale alla cultura patriarcale». Situazione che riscontrata anche durante il periodo del lockdown: «Non è stato il Covid a fare aumentare le violenze di genere in quel periodo - prosegue Ottelli -; la violenza esisteva già, non cadiamo nel luogo comune di affermare che le cause della violenza siano da imputare sempre a fattori esterni». Idee chiare che le due donne avuto sin dagli inizi della loro esperienza nella realtà di accoglienza per donne che si chiamava «Dimora». Nel 2015, insieme a Patrizia Fratus e altre donne, parteciparono all'opera di arte relazionale VivaVittoria, raccogliendo fondi sufficienti per aprire un prima casa rifugio in grado di accogliere una donna vittima di violenza con i suoi figli. Da lì nasce l'idea di Butterfly «che prese forza anche grazie alla costituzione nel 2014 delle Rete antiviolenza con il Comune di Brescia come ente capofila». ricordano le due operatrici. La convinzione di Butterfly è che le donne vittima di violenza hanno bisogni specifici e necessitano di essere accolte in contesti che garantiscono la tutela del nucleo famigliare di origine, diversa dall'accoglienza di altre donne in contesti educativi. Per affrontare con professionalità il fenomeno, le due operatrici hanno intuito che non era pensabile una realtà basata unicamente sul volontariato, anzi hanno costituito la Cooperativa. Ecco quindi che Butterfly propone due filoni di servizi: il centro antiviolenza (Cav), con sede in via Bertoni, con numeri per l'accoglienza telefonica attiva tutti i giorni (24 ore su 24, festivi compresi) al fisso (0302352018) e al cellulare (3924886330). Al Cav dal 1 gennaio 2022 al 18 novembre ci sono stati 123 contatti telefonici, 65 presa in carico di nuove donne (62 ancora in carico dagli anni scorsi). Dall'apertura ad oggi si sono rivolte al Cav 280 donne. Il secondo filone gestito da Butterfly è quello dell'accoglienza in emergenza e delle Case Rifugio: luoghi protetti ad indirizzo segreto dove permangono pochi giorni, il tempo necessario per rivedere, con l'aiuto delle operatrici dell'accoglienza e le professioniste, le situazioni che le hanno portate a fare la scelta di chiedere protezione. Dopo questo periodo chiamato «di decantazione» se la donna lo decide può seguire un percorso di affrancamento dalla violenza nelle Case Rifugio. Butterfly ne gestisce quattro, 3 di primo livello e 1 di secondo, tutte ad indirizzo segreto per un totale di circa 22 posti. Oltre a questo Butterfly garantisce il Servizio H24 per la Rete Antiviolenza di Brescia,fino al 31.12.2023, dedicato alle Forze dell'Ordine, ai Pronto Soccorso, all'altro Centro Antiviolenza e ai Servizi Sociali dei Comuni afferenti alla Rete. Dal primo gennaio 2022 al 18 novembre gli interventi in H24 sono stati 99, con 37 collocamenti (con 40 minori). Oltre al Cav, all'H24 e alle Case Rifugio con Progetti per i minori, Butterfly offre servizi di social art, in collaborazione con Patrizia Fratus, di sensibilizzazione e formazione con scuole e aziende, ed è partner del progetto Aristofane per il sostegno alle vittime di violenza Lgbt+. Per sostenere l'associazione Butterfly è possibile anche fare una donazione diretta: il codice Iban per effettuarla è IT61Z0306909606100000162839. . © RIPRODUZIONE RISERVATA

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