LE FAMIGLIE E I DRAMMI

I figli minori, ecco l'altra «faccia» della violenza

Ottelli e Leviani: «Spesso però le donne non raccontano per la paura di perderli, oppure di essere considerate come delle cattive mamme»

Sin dalla sua apertura il centro Butterfly presta specifica attenzione ai minori vittima di violenza assistita, intervenendo direttamente dove possibile e cercando di sostenere le madri, affiancandole nel loro percorso di ridefinizione della propria vita e delle relazioni con i figli. «Il punto di partenza per una donna che subisce violenza domestica è prendere consapevolezza del fatto che figlie e figli subiscono a loro volta la violenza, assistendo a quella che subisce la madre. Parliamo di violenza assistita diretta e indiretta, cioè che di figli che vedono con i loro occhi o percepiscono anche senza essere presenti le violenze - valutano le due fondatrici del centro Moira Ottelli e Roberta Leviani -. Spesso però le donne non raccontano perché hanno paura di perdere i figli, di essere giudicate cattive madri». Ecco perché nell'équipe multidisciplinare di Butterfly è presente una pedagogista: aiuta a ricostruire la relazione tra madre e minori, i quali possono vivere sentimenti contrastanti; protettivi o di rabbia verso la madre che subisce senza reagire e, quindi, non impedisce la violenza che si riverbera anche sui figli. Le operatrici dell'accoglienza, indipendentemente dal loro profilo curricolare, devono seguire una formazione permanente, questo per rispondere al meglio ed evitare di «cadere nel pregiudizio nei confronti delle donne accolte- osserva Leviani -; anche in noi operatrici possono esserci delle resistenze, magari derivanti da nostri problemi personali, psicologici o familiari». Perché, se «la statistica dice che una donna su tre è vittima di una forma di violenza, è ovvio che anche tra le operatrici il problema c'è e può creare un approccio sbagliato verso la donna che si prende in carico - aggiunge Ottelli -. Così come è sbagliato rimproverare una donna che torna dal maltrattante: il percorso di fuoriuscita dalla violenza non è lineare, e vive fasi di ripensamento. Il nostro compito è di accettare le decisioni delle donne, garantire la nostra presenza». Tutto ciò è alla base di ogni intervento di Butterfly, anche con i minori, per i quali occorre sempre ricordare che i traumi si protraggono nel tempo, sono difficili da controllare e che, chi è stato vittima di violenza assistita, può reagire a questa traumatizzazione diventando a sua volta vittima o maltrattante: «I minori che vivono il femminicidio della propria madre sono orfani detti speciali perché perdono, al contempo anche il padre, che viene arrestato - osservano le due fondatrici di Butterfly -. Ci sono anche gli orfani vittime di femminicidi quotidiani e sono quelle bambine e quei bambini che ogni giorno vedono la loro madre subire violenze fisiche, psicologiche, economiche da parte del loro padre, perdendo così i loro riferimenti affettivi ed educativi fondamentali per la crescita e il benessere psico fisico». I progetti in corso con i minori nelle case rifugio sono tre: uno in collaborazione con varie realtà tra cui l'associazione B.a.c.a. (la sezione italiana di «Bikers against children abuse», che promuove progetti di sostegno ai minori vittima di violenza e abusi). Un secondo, in sperimentazione con altre realtà (con Ats e Regione Lombardia a capofila), dedicato a donne minori vittime di violenza e minori vittime di violenza assistita. Un terzo, denominato Asap, si concretizza in un programma didattico sperimentale per minori vittime di violenza assistita. Si tratta di un piano formativo sperimentale che inserisce nella tradizionale lezione di strumento musicale individuale tra minore e maestro un «ospite»: una pianta. Attraverso uno speciale sensore si interfaccia a livello sonoro con la produzione musicale della lezione dialogando, attivando emozioni positive, stimolando vissuti e riflessioni, promuovendo una relazione che può essere coltivata anche in autonomia nelle case rifugio dove sono accolti i minori e nei momenti di esercitazione personale. . © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti