Il primo passo.

La scuola primaria: le fondamenta dell’istruzione obbligatoria

Tra i banchi di quella che un tempo veniva chiamata preparazione elementare vengono impartite le prime lezioni per fare apprendere i principi della lettura e della scrittura

Cos’è la scuola primaria di primo grado? Altro non è che la vecchia scuola elementare, che nel nuovo ordinamento scolastico italiano cambia nome (proprio come è avvenuto per l’asilo o scuola materna, che adesso è scuola dell’infanzia). La scuola primaria di primo grado è il primo livello del primo ciclo di studio dell’istruzione obbligatoria ed è un passaggio cruciale nella crescita di ogni bambino che proprio tra i banchi apprende i rudimenti che poi lo porteranno a diventare più grande, consapevole e protagonista del suo futuro. Cos’è la scuola primaria di primo grado? Altro non è che la vecchia scuola elementare, che nel nuovo ordinamento scolastico italiano cambia nome (proprio come è avvenuto per l’asilo o scuola materna, che adesso è scuola dell’infanzia). La scuola primaria di primo grado è il primo livello del primo ciclo di studio dell’istruzione obbligatoria. A che età i bambini cominciano le elementari? Di solito secondo l’ordinamento italiano si inizia a 6 anni per concludere la scuola quando i bambini ne hanno 10-11: la scuola primaria di primo grado dura 5 anni ed è preceduta dalla scuola dell’infanzia, mentre è seguita dalla scuola secondaria di primo grado, che un tempo veniva chiamata più semplicemente scuola media. Il Ministero dell’Istruzione dà la possibilità di anticipare l’iscrizione alla scuola elementare, solo agli alunni che compiono 6 anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento (salvo disponibilità dei posti). La scuola primaria prevede tre curricoli di 24, 27 e 30 ore di lezione. Per attuare i suoi compiti la scuola elementare si organizza in modo funzionale rispetto agli obiettivi educativi da perseguire; pertanto, mentre segue le linee di un programma che prescrive sul piano nazionale quali debbano essere i contenuti formativi e le abilità fondamentali da conseguire, predispone una adeguata organizzazione didattica, affinché il programma possa essere svolto muovendo dalle effettive capacità ed esigenze di apprendimento degli alunni. Il programma, necessariamente articolato al suo interno, mira ad aiutare l’alunno, impegnato a soddisfare il suo bisogno di conoscere e di comprendere, a possedere unitariamente la cultura che apprende ed elabora. La peculiarità del programma scaturisce dall’intento di aiutare l’alunno a penetrare il significato della lingua, ad avviare seriamente una preparazione scientifica, a cominciare ad elaborare una conoscenza attenta della vita umana e sociale nelle sue varie espressioni, ad interrogare criticamente quegli aspetti della realtà che più lo colpiscono (a cominciare dal mondo delle immagini). La programmazione didattica ha un valore determinante per il processo innovativo che, con i programmi, si deve realizzare nella scuola elementare. Spetta ai docenti, collegialmente ed individualmente, di effettuare con ragionevoli previsioni la programmazione didattica, stabilendo le modalità concrete per mezzo delle quali conseguire le mete fissate dal programma e la scansione più opportuna di esse, tenuto conto dell’ampliamento delle opportunità formative offerte dal curricolo, sia con l’inserimento di nuove attività, sia con la valorizzazione degli insegnamenti tradizionali. La programmazione, nel quadro della prescrittività delle mete indicate dal programma, delineerà i percorsi e le procedure più idonee per lo svolgimento dell’insegnamento, tenendo comunque conto che i risultati debbono essere equivalenti qualunque sia l’itinerario metodologico scelto. La programmazione didattica deve essere assunta e realizzata dagli insegnanti anche come sintesi progettuale e valutativa del proprio operato.