IL PREMIO

Muraro, la passione corre:
«Lo sport è la mia vita»

di Andrea Turla
Simona Muraro: l'attaccante del Cortefranca è stata la settima Perla a tagliare il traguardo settimanale
Simona Muraro: l'attaccante del Cortefranca è stata la settima Perla a tagliare il traguardo settimanale
Simona Muraro: l'attaccante del Cortefranca è stata la settima Perla a tagliare il traguardo settimanale
Simona Muraro: l'attaccante del Cortefranca è stata la settima Perla a tagliare il traguardo settimanale

Un altro tuffo nel calcio femminile, un’altra storia per scoprire quanto è bello e ricco questo mondo: ecco la Perla Simona Muraro, fresca vincitrice del settimo bonus settimanale.

«FA PIACERE - confessa la punta del Cortefranca - Stupita? Non proprio». Simona è una veterana del concorso: ha già partecipato a due edizioni. Per lei il calcio non è un semplice hobby, ma una passione al centro della sua vita: «Lo sport fa parte di me. Ho studiato scienze motorie, poi sono diventata massoterapeuta. Lavoro anche alla Decathlon e alleno la squadra dei piccoli amici del Cortefranca: mi piacciono i bambini». Quest’anno ci sono anche tante bambine: «Sono fantastiche: traboccano di entusiasmo». Lei però ha iniziato a giocare tardi. «Il mio primissimo sport è stato il nuoto, ma quasi subito ho abbracciato l’atletica». Muraro, lumezzanese, è nata un anno dopo l’impresa di Gianni Poli, il bresciano che nel 1986 vinse la maratona di New York. «Era di Lumezzane, il mio mito: ho iniziato a correre ispirandomi proprio a lui». Con la corsa sviluppa resistenza, velocità e tempra agonistica: qualità preziose quando sceglie il calcio.

«HO SEMPRE GIOCATO a pallone - precisa - è il mio primo, grandissimo amore: dopo ogni allenamento di atletica correvo al parco per palleggiare o fare una partitella con gli amici. Solo che era un gioco e basta, come nascondino». Poi, a 15 anni, un’amica le parla della squadra di calcio a sette Fontana Lumezzane: «Era il momento di iniziare qualcosa di nuovo». In quel periodo Simona scende in campo per divertirsi: «Per me stessa, d’istinto, senza pensare troppo. Solo con il tempo ho capito quanto testa e concentrazione siano importanti nel calcio. Pian piano l’ho preso sempre più seriamente: volevo giocare bene, dando il massimo». A 18 anni entra nella sua prima squadra a undici, l’Olimpia Paitone, per poi trasferirsi nel Franciacorta, in Serie B: «La società ha avuto fiducia in me, ho avuto la possibilità di mettermi alla prova e migliorare. Come esterno d’attacco la mia qualità è la velocità; poi sono una donna assist, mi piace mandare le compagne in porta».

DOPO DUE STAGIONI Muraro torna nel Paitone, dove prende forma il gruppo di ragazze che oggi sopravvive, unito, nel Cortefranca: «Io, Picchi, Gervasi, Ferrari, Leali, Fenaroli, Valtulini, Freddi, Lavezzi, Beltrami e Mottinelli. Con loro ho capito che il bello del calcio sono le persone con cui scendi in campo. Lo spirito di squadra è il nostro punto di forza». Dal Paitone le giocatrici passano al Chiari Women, poi al Cortefranca. «Abbiamo lottato per stare insieme: ci hanno unito le sconfitte e le delusioni, che sono state tante. Nel Paitone, ad esempio, eravamo arrivate allo spareggio contro il Fiammamonza, che avrebbe deciso il salto di categoria. Abbiamo perso 3-2. Dopo simili batoste o si molla o si riprende ancora più forti». Come il Cortefranca: l’anno scorso la squadra ha vinto il campionato di Eccellenza, balzando in Serie C.

«UN ANNO DIFFICILE per i tantissimi infortuni, ma nel complesso abbiamo fatto bene». La cosa più importante per Muraro è «il rispetto, per le compagne e per l’allenatore. Bisogna sempre sostenersi a vicenda: il calcio è fatto di valori umani». Un sogno nel cassetto? «Vincere la maratona di New York, eguagliando l’impresa di Poli». Mica male come sogno. Intanto però c’è la Perla del calcio da inseguire e, possibilmente, da vincere.

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