la moda autolesionista partita dai social

Ematomi sul volto per la sfida su Tik Tok: la «cicatrice francese» dilaga a scuola

di Laura Perina
Il fenomeno, comparso in altri istituti comprensivi in Italia, richiamerebbe l’abitudine dei soldati del dittatore di Haiti. La dirigente di una una scuola media di Borgo Roma ha scritto una circolare per informare i genitori
Un fermoimmagine del video tutorial che è diventato virale sui social network
Un fermoimmagine del video tutorial che è diventato virale sui social network
Un fermoimmagine del video tutorial che è diventato virale sui social network
Un fermoimmagine del video tutorial che è diventato virale sui social network

Non tutte le tendenze che dilagano sul web sono positive o divertenti. Purtroppo, come abbiamo scritto altre volte, c'è anche spazio per contenuti che incitano i giovanissimi a farsi del male per gioco. L'ultima «moda» consiste nel condividere tutorial che insegnano come autoinfliggersi dei lividi sul volto per dimostrare la propria «durezza».

Il fenomeno ha fatto la sua comparsa in alcuni istituti comprensivi di Bologna ed è emerso negli ultimi giorni anche in una scuola media di Verona, la «Mario Mazza» di Borgo Roma, dove alcuni ragazzini si sono presentati in classe con dei vistosi segni rossi sulle guance, molto simili fra loro, proprio sotto l'occhio.

Questa coincidenza ha insospettito gli insegnanti, che hanno chiesto ai ragazzi quale fosse l'origine di quelle tumefazioni, scoprendo così che si tratta di una nuova e insensata sfida autolesionista lanciata sui social network, chiamata «cicatrice francese».

Come i soldati del dittatore

La «challenge» viaggia sulla popolare piattaforma Tik Tok e consiste nel darsi un pizzicotto sullo zigomo strizzando la carne tra il dito indice e il medio per procurarsi un segno orizzontale simile a una cicatrice, cosiddetta «francese» perché richiamerebbe, secondo alcuni, l'abitudine dei miliziani del dittatore haitiano François Duvalier di sfoggiare cicatrici sul viso come segno distintivo di orgoglio e forza bruta.

Probabilmente i ragazzi se lo infliggono sperando di assomigliare a pericolosi criminali, in realtà questo pizzicotto talmente forte serve solo a farsi venire un ematoma che impiega giorni a riassorbirsi. Per ora il fenomeno non sembra dilagante, ma ha attirato l'attenzione dei docenti della scuola «Mazza» e della dirigente scolastica Marzia Baroni, che ha immediatamente avvertito i genitori attraverso una circolare.

La circolare della dirigente

«Scrivo per mettervi in guardia rispetto ad alcuni pericoli a cui i nostri ragazzi sono esposti. Negli scorsi giorni alcuni docenti hanno notato negli alunni degli strani segni simili a dei lividi proprio in corrispondenza delle guance sotto l'occhio. La coincidenza è sembrata subito molto strana e approfondendo con alcuni studenti abbiamo appreso che è diventato trend un video tutorial in cui un ragazzo mostra come realizzare una cicatrice sul viso. Sperando di aver fornito un'informazione utile alle famiglie, invito i genitori a vigilare sull'utilizzo che i ragazzi fanno della rete e a collaborare con la scuola affinché i ragazzi smettano di dare tanta importanza a contenuti di questo tipo».

Migliaia di like

Basta fare una ricerca per imbattersi in centinaia di video che incoraggiano gli utenti più giovani a provocarsi autonomamente questi lividi secondo lo stile dei criminali francesi.

Si tratta di contenuti che incassano migliaia di like e visualizzazioni e guadagnano una grande popolarità tra gli adolescenti, accendendo però anche il dibattito su come queste pericolose mode siano fuori controllo, poiché non è una novità che alcuni dei trend più popolari su siano anche la fonte di comportamenti irresponsabili o addirittura pericolosi.

«I social network andrebbero normati dalla legge», afferma la psicologa Giuliana Guadagnini, che da molti anni collabora con le istituzioni scolastiche veronesi. «Tik Tok, per esempio, ha una serie di linee guida secondo le quali gli utenti devono avere più di 13 anni e soltanto chi ha compiuto 16 anni può registrare video dal vivo e utilizzare i messaggi. Ma non sempre questo accade. Anzi, la diffusione è spesso senza filtri e come in questo caso, il rischio di emulazione è altissimo proprio perché i contenuti vengono veicolati sotto forma di tutorial dove i ragazzi spiegano e intanto si riprendono. Non bisogna stancarsi di riflettere con gli adolescenti per scongiurare il rischio di emulazione e soprattutto far capire loro che non sono questi gesti a determinare l'appartenenza a un gruppo e che non è tuo amico chi ti chiede di farti del male».

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