il processo

Delitto Carol Maltesi: condanna a 30 anni per Davide Fontana, escluse le aggravanti

di Redazione web
Per il 43enne, reo confesso dell'omicidio della 26enne, la difesa aveva chiesto il minimo della pena, l'accusa l'ergastolo.
Carol Maltesi, la 26enne uccisa a Rescaldina (Mi) da Davide Fontana e abbandonata in sacchi della spazzatura in Valcamonica
Carol Maltesi, la 26enne uccisa a Rescaldina (Mi) da Davide Fontana e abbandonata in sacchi della spazzatura in Valcamonica
Carol Maltesi, la 26enne uccisa a Rescaldina (Mi) da Davide Fontana e abbandonata in sacchi della spazzatura in Valcamonica
Carol Maltesi, la 26enne uccisa a Rescaldina (Mi) da Davide Fontana e abbandonata in sacchi della spazzatura in Valcamonica

La Corte d’Assise di Busto Arsizio (Varese) ha condannato a 30 anni di carcere Davide Fontana, il 43enne che nel gennaio 2022, a Rescaldina (Milano) uccise brutalmente la 26enne Carol Maltesi. I resti della ragazza vennero ritrovati a Borno, in Valcamonica, in sacchi della spazzatura. 

Davide Fontana condannato a 30 anni per l'uccisione di Carol Maltesi

Trenta anni di carcere. Questa la sentenza inflitta dalla Corte d'Assise di Busto Arsizio, presieduta dal giudice Giuseppe Fazio,  a Davide Fontana per l’omicidio, la distruzione e l’occultamento del cadavere della 26enne Carol Maltesi, sua vicina di casa ed ex compagna. La decisione è arrivata al termine di una lunga camera di consiglio. Durante l'udienza di oggi sono stati ridimensionati anche i risarcimenti: assegnati 180mila euro al figlio, 20mila al padre del bimbo e 100mila euro ai genitori. 

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Il giudice ha escluso  le aggravanti della premeditazione, delle sevizie e dei motivi abietti e futili.  La procura di Busto Arsizio aveva chiesto la pena dell'ergastolo,  mentre la  difesa di Fontana aveva chiesto  il minimo della pena.  La sentenza prevede 24 anni per l'omicidio e 10 per gli altri reati.

 

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Il femminicidio e poi l'abbandono del cadavere dilaniato

Il delitto risale all'11 gennaio del 2022, quando il 44 enne, nella casa di Rescaldina (Milano), dopo aver colpito a  martellate in testa la giovane ed averla sgozzata, ne ha sezionato il cadavere in 18 parti, riposte fino alla fine di marzo  in un congelatore acquistato su Amazon. Una ricostruzione macabra quella emersa nel corso delle indagini. Fontana avrebbe  prima tentato di bruciare i resti con un barbecue e alla fine li ha abbandonati in sacchi della spazzatura a Paline di Borno, in Valcamonica.  I carabinieri della compagnia di Breno risalirono al responsabile del femminicidio nel giro di 48 ore, arrestando Davide Fontana.  

Per settimane, usando il cellulare della giovane, aveva risposto ai messaggi di parenti e amici, fingendosi lei. Secondo la Procura l'uomo ha agito per motivi legati alle scelte della donna: Carol gli aveva da poco confidato di aver deciso di trasferirsi a Verona, per stare più vicino al suo bimbo, avuto da una precedente relazione. La difesa lo ha invece escluso, chiedendo il riconoscimento delle attenuanti generiche dopo la confessione di Fontana.

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La perizia psichiatrica

La difesa di Fontana aveva  chiesto  la perizia psichiatrica: secondo la psicopatologa forense Mara Bertin «la valutazione psicodiagnostica ha confermato l’assenza nell’esaminato di indicatori di natura psicopatologica» ed è da escludere «un quadro di disturbo di personalità o di infermità mentale». Per la perizia, dunque, Fontana è «sano di mente».

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Le reazioni

C'è amara delusione tra familiari e parti civili per la condanna a 30 anni di Davide Fontana. 

"È una vergogna, mia nipote l'ergastolo lo ha avuto a vita, così come sua madre e il mio nipotino". Sono le parole della zia di Carol Maltesi, Anna, al termine del processo. "Lascio tutto nelle mani di Dio, è una vergogna - ha ribadito tra le lacrime - ci aspettavamo l'ergastolo, anche se a mia sorella non interessava, perché tanto niente le riporterà Carol". "Con tutto quello che succede - ha concluso -, tra dieci anni sarà fuori e potrà rifarsi una vita, mia nipote a 26 anni non torna più".

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