LA CIRCOLARE

Ministero della Salute: estendere richiamo di Pfizer e Moderna a 42 giorni

E' destinato ad allungarsi l'intervallo del richiamo per i vaccini Pfizer e Moderna, attualmente più breve rispetto ad AstraZeneca (21 e 28 giorni contro i  tre mesi). L'indicazione è contenuta in una nota del  Comitato tecnico scientifico (Cts)  e prende in considerazione anche la platea significativa di italiani non ancora vaccinati. Dà  anche il via libera al richiamo con AstraZeneca per chi ha già ricevuto la prima dose del vaccino e non ha sviluppato eventi avversi.

PFIZER E MODERNA: RICHIAMO DOPO 42 GIORNI

È «raccomandabile» un prolungamento nella somministrazione della seconda dose dei vaccini a mRNA Pfizer-BioNtech e Moderna «nella sesta settimana dalla prima dose» si legge in una circolare del ministero della Salute con cui si trasmette il parere del Cts relativo al 30 aprile in merito all’estensione dell’intervallo tra le due dosi dei vaccini a mRNA.

 «La somministrazione della seconda dose entro i 42 giorni dalla prima non inficia l’efficacia della risposta immunitaria» e «la prima somministrazione di entrambi i vaccini a RNA conferisce già efficace protezione rispetto allo sviluppo di patologia COVID-19 grave in un’elevata percentuale di casi (maggiore dell’80%)».

 

PLATEA DA VACCINARE

 

Il Cts rimarca che «rimane una quota significativa di soggetti non vaccinati che, per connotazioni anagrafiche o patologie concomitanti, sono a elevato rischio di sviluppare forme di COVID-19 gravi o fatali». Sulla scorta di ciò, il Cts raccomanda un prolungamento nella somministrazione della seconda dose.

 

ASTRAZENECA

I soggetti che hanno ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca senza sviluppare eventi di trombosi rare «non presentano controindicazione per una seconda somministrazione del medesimo tipo di vaccino» scrive il Cts.  Le trombosi rare risultano infatti essersi verificate solo dopo la prima dose. Tale posizione, afferma il Cts, «potrà essere eventualmente rivista se dovessero emergere evidenze diverse nelle settimane prossime derivanti in particolare dall’analisi del profilo di sicurezza del vaccino nei soggetti che in UK hanno ricevuto la 2/a dose»

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