le reazioni

Reintegro sanitari no-vax, il sindacato Anaao: «No nei reparti con pazienti fragili»

di Redazione web
Per la fondazione Gimbe le "sanatorie" rappresentano «un’amnistia anti-scientifica e diseducativa». Dalle opposizioni politiche condanna e timore di revisionismo.
Il reintegro degli ospedalieri non vax deciso dal governo fa discutere
Il reintegro degli ospedalieri non vax deciso dal governo fa discutere
Il reintegro degli ospedalieri non vax deciso dal governo fa discutere
Il reintegro degli ospedalieri non vax deciso dal governo fa discutere

Il decreto approvato il 31 ottobre dal Consiglio dei ministri e che ha di fatto abolito l'obbligo vaccinale contro Covid-19 per le professioni sanitarie a partire da oggi, 1° novembre, reintegrando al lavoro medici e operatori sanitari che non si erano vaccinati, sta sollevando prevedibili reazioni e conseguenti preoccupazioni.

Le richieste dell'Anaao Assomed

«Non assegnare i medici e sanitari non vaccinati contro Covid-19, e reintegrati negli ospedali, ai reparti con pazienti fragili maggiormente a rischio». La richiesta è del segretario nazionale dell’Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri maggiormente rappresentativo, Pierino Di Silverio. Il decreto approvato ieri dal Cdm che abolisce l’obbligo vaccinale per il Covid-19 per le professioni sanitarie a partire da oggi, 1 novembre, «è stato fatto senza il coinvolgimento delle parti sociali - afferma all’ANSA Di Silverio - e non risolve assolutamente il problema della carenza di medici negli ospedali».

«Questo provvedimento - afferma Di Silverio - ci lascia perplessi soprattutto per il "deficit comunicativo" da parte del governo: fino a ieri i no vax, come da tutti convenuto, non dovevano assolutamente essere presenti in ospedale, mentre da oggi in poi tutto torna alla precedente normalità. Ma così si lascia spazio a contenziosi e ancora una volta si crea una confusione comunicativa che fa male soprattutto ai cittadini ed a tutto il sistema sanitario».

Quindi, rileva, «il minimo è che questi medici e sanitari non vaccinati reintegrati non vengano assegnati a reparti ad alto rischio. Anche perché se l’obiettivo è colmare le carenze di personale, non è così che si può risolvere questo problema: l’azione è sbagliata, dato anche il numero ridotto di questi medici, e ci vogliono piuttosto degli interventi strutturali finora mancati. Francamente vorremmo capire quali sono i veri motivi alla base di tale decisione».

Un reintegro che non risolve la carenza di personale medico

Questo decreto, sottolinea il leader sindacale, «fatto senza il coinvolgimento delle parti sociali, non risolve assolutamente il problema della carenza di medici. Attendiamo di essere ricevuti al più presto dal ministro perché senza un confronto con le parti sociali è difficile avviare un percorso di ricostruzione post-pandemia del Servizio sanitario nazionale. Quanto alla riduzione dell’isolamento per i positivi asintomatici, è un tema su cui ragionare in base alla letteratura scientifica».

Di Silverio: «Nessuna gestione ideologica della pandemia»

Rispetto infine all’affermazione della premier Giorgia Meloni in merito al fatto che vi sia stata una «gestione ideologica» della pandemia, «non sono d’accordo; c’è stata la gestione di una patologia che non conoscevamo, anche se probabilmente - conclude Di Silverio - sono stati fatti molti errori di comunicazione».

Per Gimbe «amnistia anti-scienza e diseducativa»

La misura incassa   una bocciatura senza appello da parte della fondazione Gimbe: «La parola d’ordine "discontinuità"» - spiega il presidente Nino Cartabellotta in una nota - è assolutamente legittima in una repubblica democratica ma deve essere utilizzata anche per migliorare tutto quello che il Governo precedente non è riuscito a fare. Dalla raccolta più analitica dei dati sui pazienti ricoverati agli investimenti sugli impianti di aerazione e ventilazione dei locali chiusi; dall’accelerazione della copertura con i richiami vaccinali, all’implementazione di rigorosi protocolli terapeutici per le persone al rischio.

Al momento, invece, la discontinuità sembra ridursi ad uno un mero smantellamento delle misure in atto e ad una vera e propria "amnistia" nell’illusorio tentativo di consegnare la pandemia all’oblio, ignorando le raccomandazioni delle autorità internazionali di sanità pubblica».

 

Rispetto allo stop dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario e il reintegro dei sanitari no- vax sospesi, a partire dal 1 novembre, «il potenziale impatto in termini di sanità pubblica sarebbe modesto, sia perché la misura viene anticipata di soli due mesi rispetto alla scadenza fissata, sia perché riguarda un numero esiguo di professionisti. Ben diverso - rileva Cartabellotta - è però l’impatto in termini di percezione pubblica di questa "sanatoria" e delle relazioni con la stragrande maggioranza dei colleghi che si sono vaccinati per tutelare la salute dei pazienti e la propria, anche al fine di garantire la continuità di servizio».  

«Il reintegro dei sanitari non vaccinati e le "sanatorie" per i no- vax rappresentano un’amnistia anti-scientifica e diseducativa», quindi.  

La reazione delle opposizioni alle prime decisioni del governo Meloni

Opposizione all’attacco sui primi provvedimento del governo Meloni con il Pd sul piede di guerra sulla giustizia e contro le misure anti-Covid. «Tante aspettative, grandi attese. Il governo Meloni ha fatto nel suo cdm di esordio la sua prima scelta. Ha premiato i NoVax. Peggio di così era difficile iniziare» ha twittato  il segretario dem Enrico Letta. Ma il coro di critiche è così vasto che per una volta sembra quasi ricompattare tutta l’opposizione. 

 

 

Il M5S condanna l'apertura ai no vax  

 «Sul Covid la destra cala la maschera tra decisioni avventate e retromarce dell’ultimo minuto - si legge in una nota del leader del M5S, Giuseppe Conte -. Aprono ai medici no vax ma si rendono conto che far saltare l’obbligo di mascherine in ospedale sarebbe stata una decisione imprudente. Aspettiamo fiduciosi che arrivino novità su carobollette ed emergenza economica».  

Gelmini (Azione): «No al revisionismo su vaccini e mascherine»

«Sul covid c’è un approccio ideologico, una sorta di revisionismo rispetto ai no vax. Siamo riusciti ad evitare l’eliminazione delle mascherine negli ospedali e nelle RSA perché gli annunci andavano esattamente in questa direzione: fortunatamente l’intervento di scienziati e medici, così come la presa di posizione del presidente Mattarella, hanno scongiurato questa ipotesi. Stiamo andando verso la quarta dose di vaccino e, anche di fronte alla resilienza di questo virus, il governo non può fare passi indietro. Non si può riscrivere la storia» ha detto al TG1  Mattina Mariastella Gelmini, vicesegretario nazionale e portavoce di Azione.

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