I giovani
bresciani «contro»
tutti i muri

di Irene Panighetti
Uno dei gruppi di lavoro in preparazione al viaggio che i ragazzi hanno affrontato nelle scorse settimane
Uno dei gruppi di lavoro in preparazione al viaggio che i ragazzi hanno affrontato nelle scorse settimane
Uno dei gruppi di lavoro in preparazione al viaggio che i ragazzi hanno affrontato nelle scorse settimane
Uno dei gruppi di lavoro in preparazione al viaggio che i ragazzi hanno affrontato nelle scorse settimane

Sono partiti ieri sera i giovani bresciani del progetto «Breaking Wall. La ricostruzione dei muri e la visione dei giovani europei» della cooperativa «Il Calabrone» e l’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Brescia. Individuati dai consigli di quartiere, i giovani, dai 18 ai 25 anni e in maggioranza ragazze, arrivano in Germania preparati da un percorso articolatosi in 3 incontri per conoscersi e conoscere. «Questo è un progetto di cittadinanza attiva prima ancora che un viaggio; i protagonisti dovete essere voi, quindi con voi si costruiranno le giornate berlinesi, a partire dalle vostre proposte e dai vostri desideri» ha spiegato Gabriele Angoscini, educatore del Calabrone durante il primo incontro avvenuto alla Piastra della Pendolina, una delle sedi della cooperativa. L’idea era quella di far conoscere ai giovani luoghi sociali e culturali della città, quindi il secondo appuntamento è stato al ridotto del Teatro Grande per una lezione di storia, e l’ultimo all’associazione Perlar che si occupa di persone senza dimora. Nelle tre occasioni i giovani sono stati chiamati ad essere attivi, tramite strategie di coinvolgimento e partecipazione.


PARTICOLARE attenzione è stata posta ai muri di oggi, sia quelli concreti sia quelli metaforici: i primi sono spesso poco noti, nonostante la loro diffusione nel mondo e anche in Italia. Del muro di Berlino e della situazione della Guerra Fredda invece i ragazzi un po’ conoscono ma forse in maniera poco approfondita: «Mi aspetto di tornare dal viaggio con più nozioni e con un’esperienza diretta sul luogo: per essere una cittadina del mondo più consapevole», dichiara Martina Bertin, 21 anni, dal Cdq di Borgo Trento. Un po’ più preparato Marco Bonardi, 22 anni, dal Prealpino: «Ne ho sentito parlare fin da piccolo in casa e poi ho approfondito questa storia a scuola, anche studiando tedesco», spiega e, relativamente ad altri muri ancora in piedi, nomina «quello in Israele e quello in Messico». Anche Angelica Rovetta, 18 anni dal Cdq centro storico nord, conosce «il muro contro i migranti messicani e poi quello che imprigiona Gaza. Del muro di Berlino ho ascoltato i ricordi di mio padre che vi andò da bambino, prima che cadesse, e poi l’ho studiato al liceo. Ora tengo molto a questo viaggio». Stesse aspettative per Elisa Appioh, Cdq San Polo, diciottenne di origini ghanesi: «Ne ho sentito parlare in oratorio e mi sono interessata perché voglio realmente capire meglio cosa è successo, per capire meglio anche gli altri muri».

Suggerimenti