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Meno stress, più produttività: al lavoro con il proprio cane

di Giada Ferrari
Un protocollo innovativo da parte dell’Agenzia di tutela della salute, tra i primissimi enti pubblici ad adottare un regolamento ad hoc. Un sondaggio interno che ha dato esito positivo è stato propedeutico ad intraprendere questa strada: già sette gli animali che accompagnano i padroni

Sono diversi gli studi che provano i benefici derivanti dalla presenza di un animale da compagnia nel proprio nucleo famigliare. Ma non solo: da questi stessi studi viene anche sottolineato l’impatto estremamente positivo di un animale domestico nel contesto lavorativo. In particolare nel ridurre lo stress, aumentare la produttività, la creatività e la gratificazione, nonché favorire la socializzazione, empatia interpersonale e anche un clima positivo. A fare da apripista in questo senso è ATS Brescia (Agenzie di Tutela della Salute), che ha messo in campo, tra le misure di welfare, l’iniziativa «Al lavoro con il tuo cane»: «L’idea è nata anche per rispondere ai bisogni sollecitati da alcuni dipendenti dopo l’emergenza Covid - spiega Roberta Vitali medico veterinario del Uosd igiene Urbana, tutela animali affezione e Pet Therapy -. A tale scopo è stata effettuata informazione e sensibilizzazione a tutto il personale dipendente somministrando una survey».

Ovvero un sondaggio nato per gestire al meglio alcune potenziali criticità derivanti dall’ingresso di cani in ufficio, quali, ad esempio, fobie, allergie, possibile fastidio derivante dalla sola presenza dell’animale o ovviamente la tutela e benessere di quest’ultimo. Un sondaggio che «ha dato un riscontro positivo sul buon esito della iniziativa e, successivamente, è stato costituito un gruppo di lavoro, ampio e rappresentativo, che ha condiviso la policy aziendale necessaria a disciplinare tale novità». Da qui è stato redatto un regolamento e sono stati autorizzati i primi dipendenti sia della sede centrale sia di sedi territoriali.

Ad oggi su 700 dipendenti dislocati nelle varie sedi sono presenti anche 7 cani: tre appartenenti a veterinari, 3 ad impiegati amministrativi e uno ad un medico chirurgo. Fermo restando che il proprietario deve seguire le norme di legge in termini di conduzione dell’animale e di responsabilità civile e penale, il regolamento prevede anche alcuni requisiti fondamentali per poter accedere al luogo di lavoro con il proprio cane (uno a dipendente). Il proprietario dovrà essere assunto a tempo indeterminato, aver stipulato una polizza assicurativa per danni contro terzi e aver frequentato uno dei corsi per l’acquisizione del patentino organizzati anche da Ats. L’animale sarà ammesso nei luoghi dove non sono rese prestazioni a contatto diretto con il pubblico, occupati da un solo lavoratore oppure multipli previo consenso di tutti i colleghi che condividono l’ufficio e accordandosi affinché non vi sia compresenza di più cani nello stesso giorno.

Quest’ultimo inoltre dovrà essere regolarmente iscritto all’anagrafe regionale degli animali d’affezione, essere dotato di libretto sanitario, sottoposto a regolari controlli veterinari, profilassi vaccinali e antiparassitarie, presentarsi pulito e spazzolato, non essere classificato come «animale a rischio potenziale elevato» e se superiore ai 25 chili dovrà acquisire una valutazione comportamentale. Sicuramente le regole sono tante, e se essere accompagnati dal proprio cane al lavoro è una prassi consolidata in ambito internazionale, in Italia è una possibilità concessa solo sporadicamente e priva in molti casi di una normativa di riferimento. «Possiamo dire che come ente pubblico siamo tra i primi ad attivare questo tipo di iniziativa - chiude Roberta Vitali -. Il nostro desiderio è anche fare da apripista per altri enti pubblici». 

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