INTERVISTA

Blanco: «A Sanremo con Mahmood canto il mio inno alla libertà»

di Gian Paolo Laffranchi

C'è chi la definisce rap, chi preferisce pop. Ma la musica di Blanco, alla fine, cos'è se non cantautorato? La versione 2.0 di un'epoca nuova, certo. Ma «questo è il presente, non il futuro», come ha certificato su queste colonne nei giorni scorsi un manager di lungo corso e ampie vedute quale Raffaele Checchia. E non è un caso se Blanco, insieme a Mahmood, parte in prima fila tra i favoriti dell'ormai imminente Festival di Sanremo. I bookmaker non hanno dubbi: per la vittoria sarà un duello con Elisa, che del resto come Mahmood all'Ariston ha già trionfato. Le quote sono pari: il successo è dato a 4,50. Niente male per chi, come Blanco, a Sanremo debutta entrando direttamente dalla porta principale. A soli diciott'anni, con un solo album ufficiale alle spalle «Blu celeste», 2021).Classe 2003, bresciano di Calvagese della Riviera, all'anagrafe Riccardo Fabbriconi, Blanco è balzato in un amen in cima alle classifiche d'ascolto mondiali. Una cavalcata trionfale fra record mietuti su Spotify e un tour di date tutte raddoppiate e subito sold-out. Brescia sarà la doppia tappa del 13 e del 14 maggio, al Gran Teatro Morato. Quando Mahmood ha vinto a Sanremo (2019), Blanco aveva 16 anni e andava in discoteca: «Continuavo a sentire la sua Soldi ovunque e la ballavo», ha sorriso rispondendo ad Amadeus durante la presentazione tv di «Brividi», il pezzo con cui sarà in gara da martedì all'Ariston. «La loro presenza è un win-win, perché sono come le carte che si sostengono a vicenda - ha detto Franco Zanetti, direttore del magazine online Rockol e presidente della commissione di Area Sanremo -. Due bei nomi, Blanco e Mahmood, perfettamente abbinati perché ognuno si giova della presenza dell'altro». Blanco, gigante nel mondo della rete già prima di esserlo offline, e Mahmood, talento che ha fatto la gavetta ed è arrivato in alto, ma è troppo raffinato per soddisfare tutti i palati: «Insieme sono perfetti. La loro può essere la formula vincente del nuovo Festival di Amadeus».

Blanco, lei rappresenta il nuovo che avanza: com'è arrivare sul palco più istituzionale di tutti con un biglietto da visita del genere?
È naturalmente un'emozione grandissima. L'anno scorso stavo guardando il Festival di Sanremo da casa mia e mai mi sarei immaginato di esibirmi su quel palco.

Un'avventura che non affronterà da solo.
No, la vivrò insieme ad Ale.

Mahmood, che sa come si fa: ha già stupito tutti sbancando Sanremo. Come sta iniziando il vostro viaggio in tandem?
Ci sentiamo onorati di condividere questa esperienza con alcuni tra gli artisti che hanno fatto la storia della musica italiana. Stiamo partecipando per imparare e per metterci in gioco davvero.

Sulla carta il duo con Mahmood promette scintille, e non soltanto perché il suo compagno di Festival ha vinto 3 anni fa. Un suono diverso si sta imponendo all'attenzione generale, discorso che vale anche per il grande pubblico. Sta cambiando qualcosa anche a Sanremo?
Il cast di quest'anno è davvero incredibile e mette d'accordo tanti gusti e diverse generazioni. Sicuramente ci sono stati molti cambiamenti nelle ultime edizioni e sono contento per il pubblico della mia età, che nel 2022 può sentirsi rappresentato al Festival della canzone italiana.

È l'idolo di tanti giovani che sognano di ripercorrere le sue orme e faranno il tifo da casa. Cosa vuol dire ai suoi fan bresciani?
Vorrei dirlo a tutti i ragazzi, non solo ai ragazzi di Brescia: credete nei vostri sogni perché nulla è impossibile.

La sua esplosione così rapida, con una risonanza già internazionale, lo sta dimostrando chiaramente.
Io ho iniziato a fare musica da un paesino di tremila persone, Calvagese. Ed è fondamentale supportarsi l'uno con l'altro perché l'unione fa davvero la forza, soprattutto in una realtà dove è difficile emergere.

Come definirebbe la canzone con cui esordirà al Festival di Sanremo?
«Brividi» è un inno alla libertà. Rappresenta per me tutti quei momenti in cui le emozioni ci rivelano per quello che siamo davvero, ci mettono a nudo. Il brano racconta di uno stato d'animo che riesco ad esprimere soltanto cantando e urlando.

Un brano che sente particolarmente suo, quindi.
È un incrocio di vite: la mia trova un punto in comune con quella di Mahmood e in un certo senso con quella di tutti, perché ad ogni età i sentimenti - soprattutto l'amore - ci rendono fragili e felici nello stesso momento.

Fausto Leali, attraverso Bresciaoggi, ha lanciato l'idea di un duetto con lei: «Blanco chiamami, cantiamo insieme». Che ne dice?
Vorrei conoscere Fausto Leali perché per me è davvero un mito. Ha scritto un pezzo della musica italiana e sarebbe un onore vero e proprio collaborare un giorno. .

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