La foto

La prima immagine in luce polarizzata del “nostro” buco nero

di Dario Pregnolato
Il buco nero al centro della Via Lattea in luce polarizzata
Il buco nero al centro della Via Lattea in luce polarizzata
Il buco nero al centro della Via Lattea in luce polarizzata
Il buco nero al centro della Via Lattea in luce polarizzata

Probabilmente vi sembrerà di averla già vista, perché l'immagine è molto simile alle due ormai note relative alle prime testimonianze visive dell'esistenza dei buchi neri predetti dalla Relatività generale di Einstein. Ricorderete nel 2019, la prima immagine mai ottenuta di un buco nero supermassiccio, quello situato al centro della galassia M87, nel vicino ammasso della Vergine, che dista 55 milioni di anni luce da noi. E nel 2022 quella del nostro buco nero al centro della Via Lattea, Sagittarius A*, a 26 mila anni luce dalla Terra. Due foto ormai iconiche di quell'"anello di fuoco" creato dalla gravità e dalla deformazione spazio-temporale.

Quella pubblicata ieri su The Astrophysical Journal Letters è un'altra “prima volta”: la prima immagine in luce polarizzata del “nostro” buco nero supermassiccio Sagittarius A*. Ottenuta dalla collaborazione scientifica Event Horizon Telescope, cui collaborano anche i ricercatori dell'Infn e dell'Inaf: evidenzia la presenza di campi magnetici “forti e organizzati” che si sviluppano a spirale dal margine del buco nero al cuore della Via Lattea. Non solo, perché la struttura è simile a quella del buco nero al centro di M87.

«Questo risultato ci consente di affinare i nostri modelli teorici e le nostre simulazioni, migliorando la nostra comprensione di come la materia viene influenzata vicino all’orizzonte degli eventi di un buco nero», ha spiegato a MediaInaf Mariafelicia De Laurentis, ricercatrice all'Istituto nazionale di fisica nucleare. Non è tutto, perché la collaborazione scientifica Eht, che conduce osservazioni dal 2017, osserverà nuovamente Sgr A* ad aprile, nella speranza di rivelare il getto di materia ad oggi nascosto, simile a quello già individuato in M87, suggerendoci come «i processi fisici che governano il modo in cui un buco nero alimenta e lancia un getto potrebbero essere universali tra i buchi neri supermassicci, nonostante le differenze di massa, dimensione e ambiente circostante».

Suggerimenti