Ragazze che consumano volontariamente rapporti sessuali senza protezioni, e con partner diversi, in una folla sfida in cui perde chi rimane incinta (e poi abortisce): altre che mettono all'asta (online) la propria fertilità al migliore offerente, per una sorta di utero in affitto (anzi, in vendita) abusivo. Sono alcune delle più recenti e clamorose «challenge» del web, che coinvolgono i più giovani e per cui purtroppo si registrano già alcuni casi anche a due passi da noi, con indagini aperte sotto la competenza distrettuale della Procura di Brescia.
L'incontro con gli alunni delle medie
È quanto riferito dal pm Alessio Bernardi, sostituto procuratore a Brescia (Dipartimento soggetti deboli), a margine dell'incontro di giovedì alle scuole medie di San Felice (Brescia) sul tema del cyberbullismo e i pericoli del web, moderato dal giornalista di Bresciaoggi Alessandro Gatta con la partecipazione anche del sindaco Simone Zuin e Cesare Marini, tecnico informatico da 25 anni al lavoro con le procure ordinarie e minorili di tutta Italia.
Le «challenge» più pericolose
Hanno nomi come «sex roulette» e «for sale» o «asta dei bambini» (in quest'ultimo caso la Procura starebbe già indagando su un'asta arrivata a 16mila euro): fanno parte di un elenco di giochi pericolosissimi (challenge) che diventano virali in rete e in cui si può anche rischiare la vita, dalla famigerata Blue Whale alla Fire Challenge, in cui ci si dà fuoco con alcol e accendino.
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Ed è solo la punta di un iceberg di una serie infinita di trappole virtuali: si va dall'adescamento online di minori (sui social ma anche attraverso app o videogiochi apparentemente innocui) alla sextortion, estorsione sessuale con ricatti in denaro, furti di account e identità, truffe e altro ancora.
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Importante denunciare
«La maggior parte delle indagini comincia grazie a segnalazioni di genitori e scuole - ha detto ancora Bernardi - ma quando interveniamo noi, purtroppo, è già troppo tardi perché il reato è stato commesso: per questo c'è bisogno di formazione e informazione». Senza dimenticare il cyberbullismo: capita spesso che gli stessi ragazzini siano carnefici, rischiando di essere indagati per diffamazione, stalking o nel peggiore dei casi istigazione al suicidio. «Quando vi accorgete di qualcosa che non va - ha concluso Cesare Marini rivolgendosi ai genitori - non fate gli investigatori fai da te, né affidatevi a tecnici o informatici improvvisati: una prova, se modificata, può compromettere l'indagine e farla scampare ai malfattori».