Il codice a barre compie 50 anni, ha globalizzato i prodotti

Creato nel 1973 negli Usa. Ad inventarlo due studenti di ingegneria. Il primo prodotto ad essere scansionato, un pacchetto di gomme da masticare da 61 centesimi

All’inizio fu un pacchetto di gomme da masticare in un supermercato dell’Ohio, negli Stati Uniti. Per la prima volta, veniva scansionato un codice a barre alla cassa di un negozio dopo la decisione, il 4 aprile 1973, da parte delle maggiori aziende di largo consumo statunitensi di adottare un unico standard per l’identificazione dei prodotti.

Sono passati 50 anni esatti e oggi un codice a barre è presente oltre un miliardo i prodotti nel mondo. E non solo. Simbolo della società dei consumi, il codice a barre si è diffuso come tatuaggio, prima negli ambienti della controcultura degli anni Ottanta, poi anche senza connotazioni di protesta.

Anche nei tatuaggi

Personaggi tatuati con questa immagine compaiono anche in serie tv, film e videogiochi come Dark Angel e Hitman. E l’artista Banksy ne ha fatto un tema ricorrente. Una sua opera mostra un leopardo evadere da una gabbia a forma di codice a barre, altre
raffigurano una zebra o la pinna di uno squalo che emergono delle linee nere.

50 cose che hanno reso globale l'economia

La Bbc ha inserito, del resto, il codice a barre - inventato da due studenti di ingegneria dell’Università di Drexel per velocizzare i pagamenti - tra le «50 cose che hanno reso globale l’economia». La sua diffusione ha accompagnato l’espansione della grande distribuzione e alimentato la profilazione dei clienti e il sistema delle carte fedeltà. Al tempo stesso ha rivoluzionato la logistica, facilitando le consegne just-in-time e lo sviluppo delle grandi catene come Wallmart e delle mega-piattaforme di commercio elettronico.

In aiuto dei consumatori

Negli ultimi anni i codici a barre sono diventati strumenti di informazione anche per i consumatori, con app come Yuka o Edo, che permettono di scansionare il codice dei prodotti alimentari o dei cosmetici per conoscerne gli ingredienti e la qualità, secondo un meccanismo a punteggio, e confrontarli tra loro.

Solo in Italia, sono 350 mila i prodotti di largo consumo confezionato con codice a barre GS1 (lo standard più diffuso, da 13 cifre). Passano alle casse dei punti vendita per 30 miliardi di volte, generando 2,7 miliardi di scontrini. Codici a barre sono presenti, tra l’altro, sulle tessere sanitarie e sulle ricette mediche. Intanto sono sempre più diffusi codici di nuova generazione come i Qr code che rimandano a pagine web con informazioni utili per le aziende, le autorità di regolamentazione e i consumatori. L’organizzazione GS1 ha avviato dalla fine del 2020, un’iniziativa globale per la transizione a questi codici di nuova generazione, con l’obiettivo di realizzarla entro il 2027. I consumatori potrebbero accedere, tramite il link contenuto nel codice Qr, a informazioni sul prodotto: dagli ingredienti alle indicazioni per il riciclo, fino a offerte, valutazioni degli utenti, contenuti social e avvisi di richiamo.

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