l'influencer e il caso montato sul web

Francesca e l'operazione per non avere figli, i medici: «Intervento inappropriato»

di Luca Mazzara
La ragazza a soli 23 anni si era sottoposta a una salpingectomia bilaterale all'ospedale di Bussolengo. Lei: «Non cambierò idea». Franchi (Aoui): «Comunque si rischia»
Francesca Guacci, la fitness influencer che si è sottoposta a Bussolengo a un intervento per non avere figli
Francesca Guacci, la fitness influencer che si è sottoposta a Bussolengo a un intervento per non avere figli
Francesca Guacci, la fitness influencer che si è sottoposta a Bussolengo a un intervento per non avere figli
Francesca Guacci, la fitness influencer che si è sottoposta a Bussolengo a un intervento per non avere figli

Una scelta che fa discutere. I nostri lettori e le persone sui social, ma anche i medici e il personale ospedaliero. Il dibattito si sposta dall’opportunità della decisione di Francesca Guacci di sottoporsi alla sua giovane età a un'operazione per non avere figli, agli aspetti più etici di un intervento che comunque condiziona per sempre la vita di chi decide di intraprendere questa strada.

La scelta e la determinazione

La giovane influencer padovana aveva raccontato di aver maturato da diversi anni la scelta di sottoporsi all'intervento di salpingectomia bilaterale, in maniera da escludere ogni possibilità di avere una gravidanza naturale, ma che nessun medico si era dichiarato disponibile a procedere. Finché non era sbarcata a Verona e all’ospedale di Bussolengo. «Ho 28 anni e mezzo e sono ancora convintissima della decisione che ho preso cinque anni fa», racconta Francesca, «inoltre sono del parere che l’età ideale per una donna per avere dei figli sia tra i 18 e i 30 anni, cioè nel pieno del sue forze psicofisiche. Dopo, è troppo tardi. Io ormai sono prossima ai trenta, di certo non cambierò più idea, e il tempo parlerà per me».

Leggi anche
Influencer vuole operarsi per non avere figli, ma nessuno la asseconda: «Alla fine operata a Verona»

Una scelta che divide

Secondo Gianfranco Jorizzo, coordinatore nazionale del Comitato percorso nascita del ministero della Salute e responsabile del Servizio di medicina prenatale dell’Ulss 6 Euganea, si tratta di un intervento non appropriato a quell’età, visto che «l’istinto familiare nasce a 27 anni. I criteri di accesso a quell’intervento prevedono almeno i 35 anni, la salute generale o i cesarei eseguiti».

Sul tema interviene Massimo P. Franchi, direttore dipartimento Materno-infantile di Verona. «Questo caso è molto complesso, da un lato vi è una richiesta del tutto lecita di una paziente dall’altro il medico deve verificare la reale comprensione e determinazione della stessa a sottoporsi ad un intervento chirurgico quale la laparoscopia con i rischi ad esso correlati», l’analisi di Franchi.

«Il compito del medico in questi casi, più che in altri, è quello di fornire tutte le informazioni e verificare che le scelte della paziente siano consapevoli. Un aspetto importante da comunicare è che tale intervento, occlusione della cavità delle tube uterine, condotti pervi che connettono le ovaie all’utero, non è più reversibile, non è fattibile nella quasi totalità dei casi rendere le tube nuovamente pervie e funzionanti. Se a distanza di tempo la donna desiderasse una gravidanza è necessario che la coppia si sottoponga a tecniche di riproduzione medicalmente assistita (Pma)».

Il rischio e le alternative

«Questo a differenza dei numerosi presidi contraccettivi che abbiamo oggi a disposizione quasi tutti molto efficaci e praticamente sempre reversibili con la semplice interruzione del trattamento (pillole contraccettive), rimozione dei dispositivi intrauterini o sottocutanei. È importante anche ricordare che la cosiddetta “legatura delle tube” non è un intervento sicuro al cento per cento ma col passare del tempo le tube possono ricanalizzarsi spontaneamente con il rischio che si formi una gravidanza al di fuori dall’utero, condizione potenzialmente pericolosa che nella maggioranza dei casi necessita di un intervento chirurgico anche in urgenza. Per queste considerazioni le richieste ed il consenso per la sterilizzazione tubarica sono attualmente piuttosto rare».

Con pareri medici discordanti su un caso così delicato. «È possibile che i medici abbiano considerato in modo particolare i rischi operatori della laparoscopia, o la eventualità con il passare del tempo della diminuzione dell’efficacia del metodo chirurgico con le possibili serie complicanze descritte o infine del possibile cambiamento delle attese riproduttive della paziente, considerazioni sicuramente considerate e superate dai colleghi di Bussolengo che hanno operato l’influencer padovana. Nella nostra esperienza limitiamo questa procedura quando tutte le altre possibilità illustrate ed esplicitate in dettaglio sono controindicate per problemi clinici inerenti alla paziente».

Leggi anche
Francesca e quell'operazione a Bussolengo per non avere figli. «Nessun pentimento. E mamme si diventa prima dei 30»

Suggerimenti