Zaino in spalla

Al Corno della Paura: una facile escursione tra la storia

di Fausto Camerini
Un momento di sosta lungo il tragitto sotto le caratteristiche «Sfingi»
Un momento di sosta lungo il tragitto sotto le caratteristiche «Sfingi»
Un momento di sosta lungo il tragitto sotto le caratteristiche «Sfingi»
Un momento di sosta lungo il tragitto sotto le caratteristiche «Sfingi»

Torniamo questa settimana tra le modeste ma belle montagne della zone nordest del gruppo del Monte Baldo. Meta il Corno della Paura il cui toponimo, abbastanza diffuso nell'arco alpino, pare derivi dal pauroso strapiombo che dalla vetta scenda verticale verso la Valle dell'Adige. Una escursione facile lungo vecchie stradine militari della Grande Guerra ricche di resti bellici. Prima del 1915 era questo territorio dell'Impero Austro Ungarico e in previsione della guerra con il Regno d'Italia si iniziarono opere di fortificazione mai completate perchè nelle prime settimane di guerra gli austriaci decisero di spostare più a nord, per ragioni strategiche, le loro linee difensive. Il Corno della Paura e il vicino Monte Vignola furono quindi subito occupati dagli italiani che li tennero sino alla fine del sanguinoso conflitto, anche se qui non si combattè mai veramente. Si parte dal Camping Polsa a Polsa di Brentonico e, sino alla Sella Vignola detta anche Bocca degli Alpini, il percorso è comune a quello descritto la scorsa settimana per il Monte Vignola. Qui lasciamo a sinistra il sentiero per il Monte Vignola e seguiamo a destra la stradina. Una freccia indica un tempo di un'ora per arrivare al Corno della Paura; in realtà, causa una deviazione più avanti e il crollo di un pezzo della vecchia stradina militare, ci vorranno circa venti minuti di più. Si cammina sulla panoramica stradina sterrata semi pianeggiante; sotto di noi, a sinistra, la Valle dell'Adige dominata dall'alto dal dolomitico gruppo del Carega e dagli ondulati Lessini mentre a destra i campanacci delle mucche al pascolo accompagnano piacevolmente il nostro procedere. Arriviamo ad un bivio: a destra un segnale per le Mountain Bike; a sinistra un segno biancorosso dove noi proseguiamo passando accanto ad alcune caratteristiche «sfingi» di pietra rosata sino ad incontrare una cancellata che ci sbarra la strada. Inutile scavalcarla perchè appena più avanti c'è n'è un'altra e, ancora più avanti la stradina, dal 2019, è sparita causa un crollo ed è restato un pauroso precipizio. A destra del cancello un cartello con scritto «deviazione». Saliamo il ripido sentiero erboso che guadagna quota, costeggia una barriera di filo spinato e si porta nei pressi della sommità pascoliva delle Colme di Vignola dove in estate placidi bovini ruminano le loro erbe. La descrizione dell’escursione prosegue la prossima settimana.

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