Con le ciaspole
salita
indimenticabile al monte Misa

Il Monte Molter e il Dosso Pozzarotonda
Il Monte Molter e il Dosso Pozzarotonda
Il Monte Molter e il Dosso Pozzarotonda
Il Monte Molter e il Dosso Pozzarotonda

Monte Misa, propaggine verso meridione del gruppo dell'Adamello. Un panorama indimenticabile da quella cima modesta; ancor più indimenticabile se raggiunta in inverno con le ciaspole. Saliremo dal versante meridionale il più selvaggio, lontano dal caos di gente del versante settentrionale dove ci sono gli impianti di risalita. Non ci sono particolari difficoltà per salire lassù ma, oltre il Fienile Dorizzo, se la neve non è assestata vi è pericolo di slavine. In caso di neve dura nell'ultimo tratto possono essere utili i ramponi. Da Bagolino si sale a Valdorizzo. Si parcheggia in uno slargo sulla destra e si torna indietro per infilare (frecce per Monte Misa e Passo Crocedomini) una stradina che percorre il fondo della Val Sanguinera. In questo primo tratto è abbastanza frequente dover portare le ciaspole sullo zaino. Si procede lungo la traccia della stradina che passa sotto la Cascina Sarese dove (bivio) abbandoniamo il fondo della Val Sanguinera per salire a destra in mezzo al bosco. Si guadagna quota gradatamente superando il Fienile Dorizzo Alto (indicato Fienile Dorizzo sulle carte) e raggiungendo più in su il Fienile Dorizzo (non indicato sulle carte) dove termina la stradina e con essa la parte facile del percorso. Dall'altra parte della Val Sanguinera si stagliano contro il cielo i profili del Dosso Pozzarotonda e del Monte Molter. Si rimonta il pendio a monte del fienile e, senza percorso obbligato, si esce dal boschetto. La vegetazione è rada; ci troviamo sul versante sud-sudest della quota 2173, l'anticima sud del Monte Misa. Se la neve è poca può essere utile individuare e cercare di seguire la traccia dell'itinerario estivo che spostandosi gradatamente a sinistra ci porta sul versante ovest e da qui poi risalire alla cima. Altrimenti conviene risalire direttamente il ripido pendio a zigzag ma lungo la linea di massima pendenza. La faticosa risalita ci porta, dopo aver evitato alcuni affioramenti rocciosi, a circa quota 2050 dove il pendio diventa meno ripido. Passiamo poco discosti dalla anticima sud, la quota 2173 (nessuno vieta di salire in pochi minuti anche su questa elevazione) e in breve raggiungiamo la già visibile tondeggiante vetta del Monte Misa. È possibile da qui, in circa una decina di minuti, proseguire lungo il panoramico crinale e arrivare anche alla anticima nord di quota 2178. Si torna per lo stesso percorso di salita.

Suggerimenti