Zaino in spalla

Da Canè al Rifugio Valmalza: atto primo

Il Coleazzo Maestoso sopra la Bocchetta di Valmassa
Il Coleazzo Maestoso sopra la Bocchetta di Valmassa
Il Coleazzo Maestoso sopra la Bocchetta di Valmassa
Il Coleazzo Maestoso sopra la Bocchetta di Valmassa

Il lungo (bellissimo e faticoso) trekking nell'altissima Valcamonica descritto da Emanuela Spedicato nel volume «Adamello Ultra Trail. Sui camminamenti della Grande Guerra» ha il non indifferente vantaggio che si può percorrere in una serie di puntate: ogni singola tappa parte e finisce in luoghi dove arrivano anche le auto per cui in otto fine settimana lo si può percorrere tutto. Questa e la prossima settimana, con Zaino in Spalla, andiamo a curiosare la interminabile seconda tranche, da Canè al Rifugio Valmalza in Val delle Messi. Da Stadolina si sale in auto a Vione e a Canè parcheggiando nei pressi del Ponte della Valle. A questo punto ci si incammina sulla stradina tenendo al primo bivio la sinistra e infilandoci in Val Canè seguendone il fondo sino alla area attrezzata di Cortebona (fino a qui si potrebbe anche arrivare in automobile con un permesso del Comune). Poco oltre, in prossimità di una fresca fontana, si prende a destra, un sentiero (segnalazioni per Stol e Coleazzo). Il sentiero si alza nel bosco, supera due piccole costruzioni, si immette su un più marcato sentiero che si segue a sinistra e si arriva ad una ampia radura dove si trova un grosso masso (Stol). Ampio il panorama che permette di ammirare il granito e i ghiacci dell'Adamello e della Calotta, mentre sopra di noi si ergono contro il cielo le creste del Coleazzo. Si prosegue valicando la dorsale sud del Coleazzo, si raggiungono i ruderi delle omonime baite; qui il sentiero piega ora a nordest e si porta ad un bivio al di sotto della Cima Bleis di Somalbosco. Ora l'itinerario ufficiale della tappa prevede la salita alla Bocchetta di Valmassa. Ma è possibile da qui accorciare il percorso di quasi due ore proseguendo a destra e raggiungendo direttamente Baita Previsgai, localmente chiamata anche Prisigai. Sarebbe però un peccato escludere la Bocchetta di Valmassa dal nostro vagabondaggio. Per cui al bivio possiamo andare a sinistra verso Nord risalendo un selvaggio vallone sino a raggiungere la bocchetta dove innumerevoli resti di costruzioni militari del 1915-18 ci ricordano l'umana follia della guerra, malattia da cui l'uomo non pare ancora guarito. Impressionante è il cosiddetto Trincerone che alcuni hanno battezzato «la piccola muraglia cinese»: un incredibile sbarramento di pietre rossastre che sale verso l'alto lungo la costola del Monte Coleazzo costruito in previsione di un eventuale sfondamento austroungarico nella zona del Passo del Tonale. Consigliabile percorrere e girovagare con animo curioso l'intera fortificazione. La descrizione continua la prossima settimana. faucame@gmail.com

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