Da Colere al Monte Ferrantino: classifica scialpinistica

di Andrea Ravarini
Vista dalla cima innevata: il Monte Ferrante e sullo sfondo il Pizzo Coca
Vista dalla cima innevata: il Monte Ferrante e sullo sfondo il Pizzo Coca
Vista dalla cima innevata: il Monte Ferrante e sullo sfondo il Pizzo Coca
Vista dalla cima innevata: il Monte Ferrante e sullo sfondo il Pizzo Coca

L’itinerario di oggi ci porta in Val di Scalve, per una classica scialpinistica sino alla cima del Monte Ferrantino. Lasciata la Val Camonica all’altezza di Darfo Boario Terme, percorriamo la suggestiva Via Mala per raggiungere Colere e la località Carbonera, dove si parcheggia l’automobile in prossimità degli impianti sciistici. Fino agli anni Settanta, la principale attività della zona era l’estrazione della fluorite, come testimoniato dall’ecomuseo realizzato nella frazione e dedicato a «Zanalbert» Belingheri, minatore e per decenni custode del Rifugio Albani. Dopo un breve tratto in cui solitamente è necessario portare gli sci, prendiamo la stradina per malga Polzone che si stacca ripida dalle ultime case della località Carbonera; rapidamente si arriva al margine della pista da sci, imboccando però sulla sinistra il percorso dedicato agli scialpinisti. Seguendo le indicazioni (inconfondibile simbolo nero su sfondo giallo) e il segnavia n. 403, dopo una serie di ripidi tornantini si sale all’interno del fitto bosco, tenendo la sinistra ad un paio di bivi, con direzione «Albani». Il bosco si fa sempre più rado e di fronte a noi si staglia l’imponente parete nord della Presolana; passiamo sotto una fascia rocciosa, sopra la quale si trova appollaiato il rifugio, e risaliamo un dossone prendendo poi progressivamente la destra. Superiamo alcuni edifici delle vecchie miniere e per arrivare in breve al Rifugio Albani. Poco oltre il rifugio abbiamo una doppia possibilità: a sinistra in salita verso il Passo Scagnello (preferibile con neve abbondante o non ben assestata) o proseguendo diritti su percorso più facile solitamente battuto verso la Baita Cima Bianca. Le vie si riuniscono allo Chalet dell’Aquila, punto di arrivo degli impianti sciistici. Risaliamo il ripido pendio di fronte a noi, spesso spazzato dal vento (cornici prevalentemente in direzione sud-ovest, dal lato della Valzurio) e in breve raggiungiamo la modesta cima, da cui però si gode di un panorama unico: tutte le principali cime delle Orobie, il gruppo dell’Adamello, le Prealpi bresciane e il Lago d’Iseo; nei giorni limpidi la vista arriva fino alle Alpi Marittime. Una rapida discesa ci riporta allo Chalet dell’Aquila, da cui seguiamo le piste da sci, in questa stagione non battute vista la chiusura degli impianti per interventi di riammodernamento: neve permettendo, rientriamo sci ai piedi sino al punto di partenza.

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