Il Dosso Pozzarotonda apre il sipario
su un panorama di vette imbiancate

La cresta del Dosso Pozzarotonda
La cresta del Dosso Pozzarotonda
La cresta del Dosso Pozzarotonda
La cresta del Dosso Pozzarotonda

Torniamo a fare scialpinismo nella selvaggia Val di Vaia. La meta è il Dosso Pozzarotonda, isolata e caratteristica montagna dalla forma piramidale alla testa della valle, che domina la sottostante conca dei laghetti di Mignolo: fa parte della lunga dorsale che arriva al Monte Bagoligolo, nel cuore del Massiccio delle Tre Valli Bresciane. Arrivare su quella vetta è riservato a scialpinisti esperti e molto allenati. Si parte dal Ponte Destrone a Bagolino, fino in vista della Malga di Mezzo di Vaia il percorso è comune a quello descritto le scorse settimana per la Punta Setteventi. Il Dosso Pozzarotonda si trova di fronte a quest'ultima Punta, dall'altro lato della valle. Dopo aver risalito la Val di Vaia si raggiunge la Malga di Mezzo di Vaia lasciando a sinistra l'itinerario per Punta Setteventi. A seconda della neve si risale sul fondo della Valle di Corni raggiungendo una larga sella di quota 2055 tra il Dosso Pozzarotonda ed il Mignolino. Oppure dalla Malga di Mezzo di Vaia ci si tiene a mezzacosta sulla sinistra, sul versante Est della quota 2160 detta Dosso di Vaia, per poi piegare a destra e arrivare alla larga sella 2055. I cacciatori chiamano questo luogo «Sella della Pozza» per il piccolo bacino d'acqua che vi si trova in estate e che, secondo alcuni, ha dato il nome al Dosso Pozzarotonda. Inizia da questa sella il tratto più bello, affascinante e divertente dell’itinerario proposto. Si procede in direzione Est per la cresta, dapprima larga e poco ripida, con un panorama che si allarga ad ogni passo successivo. A destra la Val di Vaia che abbiamo risalito, a sinistra il profondo solco della Val Sanguinera. La cresta più in alto si restringe e diventa più ripida (in caso di ghiaccio possono essere utili i rampanti o addirittura i ramponi) e si giunge finalmente sulla vetta. Il panorama non ha nulla da invidiare a quello già fantastico visto con l'itinerario della scorsa settimana dalla Punta Setteventi. Da qui sembra che tutto il mondo debba essere sommerso dalla bianca coltre della neve: tra le centinaia di vette si riconoscono il Monte Rondenino, l'Arera, il Pizzo Camino la Concarena, il Frerone, il Blumone, il Bruffione, l'Adamello, il Baldo, il Pizzoccolo, il Monte Spino, il Dosso Alto, la Corna Blacca, il Cadria, il Carega. Si torna per il medesimo itinerario di salita. •

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