zaino in spalla

Weisshorn, alla conquista della «Corona Imperiale»

Tra i crepacci lungo la via normale per il Weisshorn, con la cima in vista
Tra i crepacci lungo la via normale per il Weisshorn, con la cima in vista
Tra i crepacci lungo la via normale per il Weisshorn, con la cima in vista
Tra i crepacci lungo la via normale per il Weisshorn, con la cima in vista

Nel Canton Vallese una serie di montagne sul filo dei quattromila metri disposte a ferro di cavallo prende il nome di «Corona Imperiale». La più alta, con i suoi 4.505 metri è il Weisshorn, cioè Corno Bianco, un’elegante piramide con tre aeree creste che delimitano tre pareti ben definite. L’enorme scivolo innevato della parete nord-est, ben visibile dalla Mattertal, non lascia dubbi sull’origine del toponimo. Le creste sono affilate e solcate da una serie di aguzzi denti, il più grande dei quali è conosciuto come «Grand Gendarme», cima inserita nella lista secondaria dei 4.000 delle Alpi. È lungo la cresta est che si sviluppa la via normale di salita, difficile itinerario per alpinisti con esperienza su roccia, neve e ghiaccio. A differenza di altre montagne della zona l’accesso non è facilitato da strade o impianti di risalita e pertanto, dal fondovalle, il dislivello da affrontare supera i 3.000 metri. Raggiunta la Svizzera dal passo del Sempione, si scende nella valle del Rodano sino a Visp per poi risalire verso destra la Mattertal sino a Randa dove si parcheggia (a pagamento) presso la stazione ferroviaria: da qui passa il caratteristico trenino rosso del Glacier Express diretto a Zermatt. In alternativa si può parcheggiare al più economico camping Attermenzen, allungando il percorso di poco più di un chilometro. Dalla stazione, in discesa, attraversiamo la ferrovia e poi il torrente MatterVispa per portarci sul versante sinistro della valle. Superato un gruppo di casette in legno, un percorso ben segnalato risale ripido alcuni salti rocciosi, attraversa un canale detritico sotto una cascata e prosegue nel bosco di larici sino a raggiungere l’alpeggio di Rötiboden. Rivolgendo lo sguardo verso il fondovalle in direzione nord si nota la gigantesca frana che si staccò nel 1991, travolgendo la ferrovia e bloccando il torrente che inondò le zone a monte. Poco prima dell’alpeggio prendiamo verso destra per l’alpe di Jatz, che si raggiunge con lunghi zig zag fino al limitare del bosco, dove una croce è posta nel punto più panoramico. Il sentiero si porta poi al di sotto dello sperone su cui sorge il rifugio e si congiunge con l’itinerario proveniente dalla Schatzplatte (alternativa per la salita da Attermenzen); con alcuni stretti e ripidi tornanti in breve raggiungiamo la Weisshornhütte, da dove ripartiremo la prossima settimana.

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