SCOZIA

Vista da qui, l'Italia ha lavorato bene sulle vaccinazioni

di Francesco Gavazzi

“Nessuna psicosi e avanti con le vaccinazioni a ritmo serrato”. Parole fiduciose arrivano da Leonardo, 40enne originario di Gardone Valtrompia e residente a Edimburgo da 8 anni, dove lavora come guida turistica.

Il Regno Unito si sta distinguendo per una campagna vaccinale molto efficace. Lei già stato vaccinato?

“Al momento non ho subito contagio e non sono ancora stato vaccinato. Ora si stanno vaccinando gli over 50 (tutte le fasce d’età più anziane sono già state vaccinate) e non rientro in altre categorie con priorità. Quando sarà il mio momento verrò contattato. La Scozia prende le risorse per la campagna vaccinale da Londra, ma in merito a sanità, istruzione e ambiente è autonoma. Comunque al momento in tutto il Regno Unito c’è una campagna vaccinale uniforme e efficace; attualmente i decessi giornalieri a causa del Covid 19 sono meno di 100, a febbraio erano 1600. Anche se va detto che, dopo picchi di 750mila vaccinazioni al giorno, le scorte iniziano ora a calare e si sta spingendo per avere più dosi del vaccino di Moderna, qui in uso assieme a quelli di Pfizer e AstraZeneca.

C’è in vigore un regime restrittivo pesante?

“Siamo in lockdown dallo scorso 26 dicembre e alcune regole in Scozia sono diverse da quelle in Inghilterra. Qui sono aperti solo gli esercizi che forniscono beni di prima necessità (la mia attività di guida turistica è ferma), ma a piedi si può uscire e andare praticamente dove si vuole. Ci si può aggregare fino a formare un gruppo di 4 persone al massimo (in Inghilterra il massimo consentito è addirittura di 30 persone). Non servono autocertificazioni per spostarsi e all’esterno, se si rimane a distanza di due metri da altre persone in vie non affollate, non è obbligatoria nemmeno la mascherina, che, ovviamente, è invece obbligatoria negli ambienti chiusi. Nonostante ciò, se ad esempio si prende l’auto per fare uno spostamento non necessario in un luogo lontano da casa e succede qualcosa, allora si può incorrere in pesanti multe (nell’ordine di 10mila sterline) o essere addirittura condannati a periodi di detenzione. Non ci sono posti di blocco e le autorità non sono invasive, ma generalmente tutti sono portati a rispettare le regole per timore di una sorta di vergona morale. Se tutto va bene, il governo locale ha previsto per giugno (con varie tappe intermedie) il ritorno alla normalità, o quasi”.

Come sta la sua famiglia in Italia?

“Fortunatamente stanno tutti bene, ma ci sono parenti di miei amici che sono venuti a mancare. Ho saputo che purtroppo anche il macellaio del mio paese è stato vittima della pandemia. Comunque in Italia c’è forse troppo disfattismo. Vista dall’estero, l’Italia è considerata come un Paese che ad inizio pandemia ha lavorato molto bene per arginare i contagi”.

Differenze principali tra come si vive la pandemia in Italia e come la si vive nel Regno Unito?

“Chiaramente anche qui ci sono complottisti e chi è avverso alle vaccinazioni. Ma la maggior parte della popolazione è unita e ha grande fiducia nella campagna vaccinale. Mediaticamente, i numeri su contagi e decessi sono forniti quotidianamente come un bollettino di guerra, ma opinionisti e virologi da talk show non si accaniscono distorcendo la realtà e creando confusione nel pubblico, che appunto è convinto che vaccinarsi sia l’unica soluzione”.

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